Jesi-Fabriano

Chiaravalle, Frullini valuta l’uscita dalla Giunta

L'assessore "ridimensionato" dal sindaco Costantini non ci sta: «Un insulto alla mia persona e alla mia dignità. Valuterò il da farsi con serenità e onestà»

CHIARAVALLE – Riccardo Frullini, l’assessore a cui il sindaco Damiano Costantini ha tolto le deleghe pesanti (Lavori Pubblici, Servizi Tecnici e Manutenzione), si affida a una lettera per manifestare tutto il proprio disappunto in merito alla decisione del Primo Cittadino, conseguente alla richiesta avanzata da ben 7 consiglieri comunali del gruppo Chiaravalle Bene Comune (tra cui 3 assessori), che avevano pesantemente criticato l’operato dell’esponente di Giunta. Che ora valuta il da farsi.

«Caro sindaco – si legge nella presa di posizione dell’assessore di Chiaravalle -, sono davvero dispiaciuto che i 7 consiglieri l’abbiano messa in questa situazione imbarazzante. Certo scrivere una lettera con quei toni senza aver mai parlato dei problemi che sollevano di persona, magari con un incontro tra gruppi consiliari sarà sembrato anche a lei davvero insensato. Ovviamente la moralità che passa per la politica e per il buon governo della città avrebbe dovuto far intraprendere altri tipi di strade visto che 5 di quei 7 consiglieri fino a ieri erano del Partito Democratico. E purtroppo con il Partito Democratico quei 5 non hanno mai parlato. Oramai abbiamo capito che siamo fuori da ogni logica se non quella personalistica utilizzata esclusivamente per raccattare voti e monetine. Come si può evitare per tutto questo tempo un confronto sereno e costruttivo fra gruppi? Dispiace del fatto che in questa consiliatura purtroppo non si è riusciti a instaurare un confronto democratico. Mi preme ricordarLe che con alcuni dei firmatari della lettera da lei ricevuta sfugge un confronto politico da diversi mesi, a partire dal presidente del Consiglio che, come anche lei un giorno mi ha fatto notare, sembra scomparso dalla scena politica decisionale Chiaravallese».

L’assessore di Chiaravalle, Riccardo Frullini

Una lettera che prosegue con uno sfogo. «Con la massima stima verso l’ex assessore Moscatelli, che condivide con lei l’appartenenza ad ART. 1 , al quale ritengo doveroso un ringraziamento per la sua dedizione disinteressata alla politica chiaravallese, terrei a precisare che non sono mai stato la marionetta di nessuno anche se troppe volte il mio nome è stato affiancato a quello di Moscatelli come se fosse un normale proseguimento del pensiero dell’ex Assessore. Questo pregiudizio nei miei confronti è stato spesso umiliante e veramente poco serio. Se la ricorda la battuta “Moscatelli è uscito dalla porta e con Frullini è rientrato dalla finestra?».

Dire che l’assessorato non ha lavorato bene, afferma sempre Frullini rivolgendosi al sindaco, «alla vigilia della sua pubblicazione di un giornalino con 4 pagine piene di lavori pubblici, è alquanto preoccupante. Dobbiamo riconoscere entrambi che le opere fatte sono state realizzate grazie  all’allentamento dell’ex patto di stabilità che ha permesso appunto a questa amministrazione la realizzazione di opere importanti e manutenzioni incisive sul territorio comunale. Altra questione che mi permetto di sollevare riguarda le sedute di Giunta Municipale. A seguito della sua nomina del quinto Assessore, nel calmierare i costi generati, lei ha comunicato l’ordine del Sindaco di fissazione della Giunta ad ogni martedì alle 18 senza chiedere un parere a nessuno. Ha deciso che il corrispettivo economico del quinto Assessore va compensato attraverso mio rimborso orario che percepivo nelle precedenti sedute di Giunta per essere un lavoratore dipendente del settore privato. Più volte ed anche per iscritto le è stato detto sia da me che dall’Assessore Ruggeri che, per motivi personali legati strettamente alla famiglia,  le giunte pomeridiane e soprattutto queste che sarebbero dovute iniziare alle 18 risultano difficoltose da presiedere perché appunto, ci creano dei seri problemi “organizzativi” non superabili. Lei, dal canto suo, se n’è infischiato e ha ugualmente tenuto le sedute di giunta nelle date e negli  orari e che ha ritenuto più opportuni. Ne ha pieno potere quindi, l’unica cosa che mi rimane da fare è quella di giustificarmi e non partecipare se non riesco. In questo,  ne ho pieno potere io. Nello specifico, come lei ben sa – prosegue Frullini -, la mia presenza in comune deve convivere con un attività lavorativa che mi occupa per 40 ore settimanali come operaio presso un’azienda privata. Tutta l’attività da Assessore deve coincidere con le necessità organizzative che il mio datore di lavoro mi impone e che devo rispettare perché quello è un lavoro. L’impiego Politico è una passione. Spero che almeno in questo possiamo trovare una condivisione».

Che fare, dunque. Frullini intende rifletterci: «Tramite Decreto Sindacale apprendo che mi sono state revocate le deleghe in materia di Lavori Pubblici, servizi tecnici e manutenzione per vedermi conferire quelle concernenti alla Polizia Municipale, polizia rurale, sicurezza urbana e mobilità – osserva -. Francamente credo che questo cambio sia un insulto alla mia persona e alla mia dignità. Non credo assolutamente di aver lavorato male e con poco interesse tanto meno di essere stato poco presente alla vita amministrativa. Ritengo questo suo comportamento offensivo nei miei confronti e nei confronti del Partito che le ha permesso di diventare sindaco. Caro Sindaco il mio personale appoggio alla sua amministrazione non sarà assolutamente automatico e scontato. Non ci siamo sposati e anche in quel caso, lei come libero professionista del settore legale può insegnarmi, può essere previsto un divorzio. Come ho sempre fatto continuerò a valutare tutto in maniera onesta e sincera, come d’altronde l’educazione ricevuta mi impone e se sarà necessario l’appoggerò altrimenti. Con simpatia».

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