Jesi-Fabriano

Lascito Morosetti, il comitato dei garanti si riunisce per decidere sul referendum

I tre componenti dell'organismo valuteranno, sulla base delle norme amministrative e dello Statuto comunale, se accogliere o meno la consultazione popolare relativa allo spostamento della fontana dei Leoni

La fontana dei Leoni

JESI – Referendum abrogativo sullo spostamento della fontana dei Leoni in piazza della Repubblica, a giorni la decisione del comitato dei garanti. I tre componenti dell’organismo, chiamato a valutare l’ammissibilità della consultazione popolare dal punto di vista tecnico, si riuniscono oggi, per la prima volta, per approfondire la questione e decidere, sulla base dello Statuto comunale e delle relative norme, se accogliere la richiesta formalizzata da dieci cittadini. Non entreranno ovviamente nel merito della vicenda, non spetta a loro farlo.

«Noi ci limiteremo a valutare la questione dal punto di vista tecnico – spiega Andrea Nobili, il difensore civico regionale che fa parte del comitato dei garanti assieme all’avvocato Patrizia Niccolaini e al viceprefetto Michele Basilicata -. Si tratta di capire se gli atti amministrativi possono essere oggetto di consultazione popolare, con riferimento particolare allo statuto comunale. Confido nel fatto che entro la fine del mese si giunga a una decisione. Entro qualche giorno, insomma, formalizzeremo il nostro parere».

Andrea Nobili
Andrea Nobili, Garante dei diritti alla persona della Regione Marche e promotore dell’iniziativa.

Il caso è complesso. Il regolamento sugli istituti di partecipazione e consultazione dei cittadini, consultabile online, prevede appunto tale forma di coinvolgimento popolare. Al Capo III del Titolo 2 recita: «Il Referendum ha carattere consultivo e abrogativo, deve riguardare solo materia di esclusiva competenza locale e non può tenersi in coincidenza con operazioni elettorali provinciali, comunali, circoscrizionali. Il referendum abrogativo è ammesso solo per gli atti deliberativi di carattere generale e regolamentare». Non possono essere oggetto di referendum consultivo e abrogativo, fra gli altri, i piani territoriali ed urbanistici, i piani per la loro attuazione e le relative variazioni. Inoltre, «l’istanza deve contenere, in termini esatti, la proposta che si intende sottoporre al referendum e deve essere articolata in modo breve e chiaro, tale da determinare la volontà univoca dei votanti». Ma soprattutto, «qualora dalla proposta referendaria conseguano maggiori spese o minori entrate i promotori dovranno indicare il costo presunto e in linea di massima le modalità della relativa copertura».

C’è anche il rischio che il difensore civico regionale, in scadenza di mandato, venga sostituito prima della fine del procedimento decisionale del comitato dei garanti. In tal caso, si dovrebbe ripartire da capo. Qualora il referendum fosse accordato, comunque, dovranno presentarsi alle urne almeno il 50%+1 dei votanti, vale a dire oltre 15 mila persone. È abbastanza chiaro, tuttavia, che se la consultazione popolare venisse giudicata ammissibile, l’amministrazione potrebbe già il giorno dopo annullare ogni provvedimento e rinunciare al lascito testamentario di 2 milioni di euro del compianto fumettista.

Ti potrebbero interessare

Jesi, il passo falso della app di Piazza Federico II

Presentata stamattina ai partecipanti al tour “Quattro passi digitali a Jesi” ma, poco dopo mezzogiorno, non funzionava. «Problemi al server – la spiegazione del Comune nel pomeriggio – ora risolti. Funzionamento ripristinato»