Jesi-Fabriano

Giorgio Montanini e la rivoluzione culturale della comicità

Il comico satirico di Fermo sarà a Jesi il prossimo 7 settembre: «La satira non guarda in faccia nessuno, toglie il luogo comune e sbatte in faccia le ipocrisie»

Giorgio Montanini
Giorgio Montanini

JESI – Prevendite già partite per lo spettacolo di Giorgio Montanini il prossimo 7 settembre in Piazza delle Monnighette, con inizio alle ore 21. La serata è organizzata dall’Associazione Musicale Valvolare e dall’Hemingway Cafè di Jesi, con la collaborazione della Fondazione Pergolesi Spontini.

Rappresentante della stand up comedy italiana, il comico satirico fermano ha partecipato a Nemico Pubblico su Rai 3, Nemo – Nessuno Escluso su Rai 2 (solo per citarne alcuni) e portato i suoi spettacoli in teatri in tutta Italia.

Giorgio Montanini, quando ha capito che questa era la sua strada?
«Quando mi hanno chiesto di scegliere fra il cabaret e la satira ho optato per la seconda – racconta -. Così ho ricominciato dai piccoli locali che puzzavano di piscio davanti a cinquanta persone. E mi sono reso conto della strada che dovevo percorrere. E’ un fatto culturale, i cazzoni stanno al bar e non possono fare i comici».

Un comico dice quello che pensa o ha dei limiti?
«Un comico satirico non ha nessun tipo di ritegno: toglie un luogo comune e sbatte in faccia le ipocrisie, non è vincolato».

La comicità satirica in Italia è stata assente per anni. Perché?
«L’arte comica ha avuto un picco negli anni Cinquanta, dopo la guerra: un periodo terribile in cui la comicità era spensierata. La guerra era stata un incubo e le persone non volevano avere pensieri. Poi in America c’è stata la rivoluzione culturale di Lenny Bruce e mano a mano anche in Italia ci siamo stufati delle pernacchie dei cinepanettoni».

A lei cosa fa ridere?
«La risata è automatica, spontanea. Anche la macchina per il solletico mi fa ridere, per questo bisogna chiedersi perché ti fa ridere. Culturalmente la comicità è quello che fa ridere in questo momento storico, ridere mitiga la durezza. Non a caso la comicità nasce dal dramma».

Le origini della satira hanno come bersaglio il potere ed essa era molto pesante. Poi abbiamo iniziato a chiederci se non fosse troppo, se tutto possa essere oggetto di satira..
«La satira prendeva in giro il potere, che era inavvicinabile. La satira colpisce tutti, compreso chi la fa, si ride quando tocca gli altri e non lo si fa quando tocca te: quando Charlie Hebdo fa una vignetta satirica su Maometto e vengono trucidati – tra l’altro uccidere un comico è come rubare una caramella a un bambino e poi fare violenza – siamo tutti solidali, quando invece la fanno sul terremoto ci scandalizziamo». Biglietti al 335362984.

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