Jesi-Fabriano

Jesina Pallanuoto, a rischio gli allenamenti nella piscina comunale. Traini: «Novanta atleti costretti ad andare a Chiaravalle o Ancona»

I problemi sono sorti dopo che i giocatori hanno segnalato al gestore "Nuova sportiva" l'eccesso o l'assenza di cloro in vasca. Perplessità del sodalizio anche nei confronti dell'atteggiamento dell'amministrazione comunale

La Jesina Pallanuoto a bordo vasca, al centro Gianluigi Traini

JESI – Assenza o eccesso di cloro in vasca, i giocatori della Jesina Pallanuoto scrivono al gestore dell’impianto di via del Molino. Il risultato però è inaspettato: «Ci troviamo a poter entrare in piscina venerdì (27 gennaio) per l’ultima volta – rivela il presidente Gigio Traini – E ci sono stati chiesti 600 euro in più al mese per l’utilizzo delle corsie».

I fatti risalgono alla fine dell’anno scorso quando alcuni atleti avevano manifestato i sintomi di una intossicazione da cloro: «Vomito, nausee, giramenti di testa – continua Traini – che ho segnalato al gestore. Se sono problemi dell’impianto di depurazione non saprei, certo è che si verificano soprattutto la sera questi problemi. Io sono responsabile dei ragazzi della pallanuoto, alcuni sono minorenni». Dopo altri episodi in cui l’acqua appariva torbida e più bassa del livello consentito, Traini ha avvertito il gestore, la Nuova Sportiva Srl che gestisce anche gli impianti di Moie e Falconara, e chiesto un incontro anche con l’amministrazione comunale. «Il risultato, anziché cercare un confronto, è stato quello di minacciarci della rescissione del contratto e a partire da gennaio un nuovo accordo, con prezzi maggiorati».  Seicento euro in più al mese per i pallanuotisti che stanno esprimendo la loro rabbia anche sui social network chiedendo che vengano messe “giù le mani dalla Jesina Pallauoto. «Abbiamo sempre chiuso noi regolarmente la piscina in questi anni, garantito l’ordine e la professionalità e sentiamo l’assessore Ugo Coltorti uscire con frasi infelici. Con l’acqua torbida abbiamo giocato, questo ci contestano, ma lo abbiamo fatto perché il nuoto libero si era svolto regolarmente e non abbiamo avuto dubbi. Tra l’altro l’acqua torbida non è sempre sintomo di eccesso di cloro. Il 2 gennaio il gestore ci ha intimato di non entrare in piscina ma lo abbiamo fatto».

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