Jesi-Fabriano

Jesi, vicenda Cercaci-bandiera di Salò: la maggioranza invita la consigliera a dimettersi dall’aula

Dura presa di posizione da parte delle liste civiche di governo Jesiamo, Jesinsieme e Patto x Jesi. «La nostra Costituzione si fonda sull'antifascismo»

Il Comune di Jesi

JESI – «Ci spiace ma il “passo di lato“ di Chiara Cercaci, uscita dal gruppo JesiAmo per confluire nel misto e domani, chissà, forse per creare quale gruppo, noi non possiamo accettarlo». È la presa di posizione dei gruppi Jesiamo, Jesinsieme e Patto x Jesi, le liste di maggioranza che sostengono il sindaco Massimo Bacci. L’invito rivolto alla consigliera che si è sventolata con un tappetino del mouse raffigurante la bandiera della repubblica fascista di Salò è alquanto esplicito.

«La nostra esperienza civica – dicono le forze di governo della città – è un incondizionato servizio per la Città e nasce dal significato profondo della Carta Costituzionale; è nella Costituzione della Repubblica che la nostra trasversalità trova la sua sintesi fondativa, cosa che abbiamo dimostrato fin dal primo giorno del nostro insediamento. Chiunque non si riconosca nei principi della Legge Fondamentale, che si fonda sull’antifascismo, deve compiere un atto di responsabilità e rassegnare le dimissioni dalla carica di Consigliere. Quanto è accaduto durante i lavori consiliari è un fatto estremamente grave. Se è persona coerente la Cercaci avrebbe dovuto chiedere scusa al Consiglio, alla Città, ai suoi elettori e farsi da parte. È quello che ci auguriamo faccia a breve».

Il manifesto delle forze di governo

Ancora più incisiva Jesi in Comune: «Le dimissioni della consigliera Cercaci da Jesiamo non sono assolutamente sufficienti. Se la consigliera nostalgica rimane in Consiglio comunale la città ha perso, gli jesini e le jesine hanno perso. Se la conseguenza di esporre durante la commissione comunale un vessillo della Repubblica di Salò, infangando il nome della comunità intera, sono le dimissioni dalla lista che l’ha candidata e delle scuse finte allora non ci siamo. Scuse finte perché la consigliera oggi non ha chiesto scusa, come non lo ha fatto a differenza di quanto detto dal sindaco. Non sappiamo in cosa confluirà la consigliera Cercaci ma spazio per i neofascisti il consiglio comunale di Jesi non deve riservarne: noi ne chiediamo le dimissioni dall’assise cittadina. Poi se dentro Jesiamo, chissà per distrazione, non si sono accorti di aver eletto una nostalgica del regime il problema è loro. La consigliera tra l’altro era già stata candidata in passato con volti noti dell’assise cittadina: tutti distratti. Cominciassero le sedicenti civiche a controllare bene onde evitare altre sorprese. Bella la democrazia, vero consigliera Cercaci? Non c’era durante il fascismo e nemmeno nella Repubblica di Salò.Lo sa bene Liliana Segre, cui abbiamo votato la cittadinanza onoraria. Con che faccia oggi la maggioranza dice che la Cercaci può rimanere in consiglio?».

Queste invece le parole di Chiara Cercaci, che ha preso la parola in occasione dell’ultima seduta consiliare: «Il mio è stato un gesto assolutamente personale, ma nel gruppo Jesiamo c’è chi non ha apprezzato. Dunque, per rispetto della lista civica e della coalizione, faccio un passo indietro. Fuoriesco dalla lista e farò un altro percorso – dichiara la consigliera Cercaci –. Ho aderito a Jesiamo senza tessere di partito. Il mio interesse è legato solo ed esclusivamente alla città. Non ho mai manifestato pubblicamente ciò che penso, non ho mai fatto polemica, né con l’opposizione né con una parte della maggioranza, nonostante la distanza rispetto ad alcune ideologie. Fondamentalmente, sono una persona liberale, pacifica, non cerco mai lo scontro. Credo che ognuno debba esprimere le proprie idee liberamente. Non ho bandiere a casa della Repubblica di Salò. È un tappetino del mouse regalato da amici, sono di destra, non l’ho mai nascosto. Ma non era mio obiettivo esibirlo. Nessuno vuole di nuovo i regimi totalitari, che non ritorneranno. Non condivido pertanto la strumentalizzazione politica messa in atto da una porzione dell’opposizione. Ero pur sempre a casa mia. Restano comunque le mie idee, nelle quali credo. Vado avanti a testa alta».

Impossibile, a questo punto, la sua permanenza in maggioranza. Due le strade: uscire dal consiglio o confluire nel misto, creando forse successivamente un nuovo gruppo, all’opposizione della giunta Bacci.

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