Jesi-Fabriano

Jesi: variante Campo Boario, dissidi in aula

La pratica urbanistica verrà messa al voto il prossimo 30 aprile in consiglio comunale. L'amministrazione rivendica la riqualificazione, perplessa la minoranza

Il quartiere di San Giuseppe dall'alto

JESI – Variante urbanistica Campo Boario, il sindaco Massimo Bacci la difende, parlando di «vera riqualificazione», ma la minoranza resta perplessa e invoca un ripensamento. Il prossimo 30 aprile, in consiglio comunale, è atteso il voto sulla pratica, che riguarda principalmente il potenziamento del centro Ambiente (raccolta rifiuti) e l’addio al faraonico piano di recupero del quartiere di San Giuseppe, naufragato sotto ai colpi della crisi edilizia (e di previsioni fin troppo ottimistiche).

«È sempre stata fuori questione – sostiene Samuele Animali di Jesi in Comune – la necessità di un centro di raccolta e smistamento dei rifiuti, e il progetto della STU è stato abbandonato già da molti anni. Dunque, al di là delle chiacchere, di che cosa parliamo? Semplicemente di programmare o no lo spostamento del Centro ambiente. Oggi questa maggioranza e questo sindaco vogliono far approvare una variante che – in mezzo ad alcune scelte forse un po’ di retroguardia, ma nel complesso condivisibili – vuole “sanare” l’attuale situazione urbanistica dell’area occupata dal centro ambiente e dall’ex Mattatoio, configurando il potenziamento delle attività attuali. Si tratta di aree collocate in uno dei quartieri più densamente popolati della città, nel perimetro del centro storico e attigue alle scuole Federico II e Garibaldi e a impianti sportivi e ricreativi. Metteremo questa struttura sul piatto della riorganizzazione del sistema provinciale di raccolta dei rifiuti, rendendola un po’ più decente, ma rinunciamo anche solo a programmare e studiare il trasferimento dell’impianto in un’area più idonea in termini di viabilità, accessibilità, mitigazione dell’impatto visivo ed ambientale. In questo modo si sceglie di sottrarre all’uso pubblico due ettari di proprietà comunale, aumentando il traffico delle vie limitrofe e segnando il destino del quartiere per molti anni ancora. La variante invece è l’occasione per migliorare in futuro la vivibilità del quartiere, creando i presupposti per la riqualificazione di uno spazio pubblico che va da San Savino al Granita. Non le sembra ragionevole, signor Sindaco? Ci rifletta e rinviamo il punto già all’odg del prossimo Consiglio comunale».

«L’intervento al centro Ambiente del Boario, la cui corretta destinazione urbanistica sarà adottata presto dal Consiglio comunale, perché non si può continuare a far finta che lì non vi sia un Centro Ambiente, risponde ad esigenze di riqualificazione, messa in sicurezza e miglioramento ambientale di un sito che dal lontano 2006, anno della sua autorizzazione, attendeva opere appropriate – è invece il punto di vista del sindaco Bacci -.
La finalità dei lavori è innanzitutto volta a garantire il miglior servizio alla cittadinanza per avere un luogo sicuro e non decentrato dove portare i propri materiali che tra l’altro, se sono in buone condizioni, vengono riutilizzati da famiglie più bisognose, mentre in caso contrario avviati al riciclo. Vanno in questo senso sia la decisione di non prevedere più in tale area nuove edificazioni residenziali e commerciali, sia la scelta di effettuare opere per ottimizzare l’utilizzo degli spazi del Centro in favore dei cittadini e nel rispetto delle normative in materia con il completamento e la manutenzione di pavimentazioni e relative reti impiantistiche. Importante anche l’apertura di un accesso in viale Don Minzoni per l’entrata e l’uscita dei camion della raccolta rifiuti in una strada dove non vi sono abitazioni, a differenza di quanto accade ora con il transito dei mezzi in via Granita. Va chiarito che nel centro Ambiente i camion dell’igiene urbana non scaricano né rifiuti organici né rifiuti indifferenziati (il grigio) che sono portati altrove, ma unicamente carta, vetro e plastica che poi gli autotrasportatori portano ai centri di riciclo entro 48 ore. Tra l’altro, grazie ad una migliore organizzazione degli spazi verrà creato un Centro del riuso, vale a dire, come detto, uno spazio allestito dove verranno messi gratuitamente a disposizione dei cittadini beni e oggetti che le famiglie non utilizzano più, ma che possono tornare utili a chi magari vive in condizioni di disagio economico, come poltrone, divani, armadi, ecc».

La Giunta ha inoltre ratificato un emendamento alla variante urbanistica «con il quale si prevede che nel caso di dismissione del centro Ambiente l’area dovrà essere riconvertita per usi a servizi ed attrezzature collettive – spiega sempre il Primo Cittadino -. Un’ultima annotazione, però, rispetto alla proposta di qualcuno di spostare fin da subito il centro Ambiente altrove: uno studio effettuato dal precedente amministratore di JesiServizi nella legislatura 2007-2012, aveva stimato in 3/3,5 milioni di euro l’allestimento di un nuovo Centro in un altro sito, senza contare le spese necessarie per destinare l’attuale Centro Ambiente ad altra funzione. Un investimento in alcun modo compatibile con quello del bilancio comunale».

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