Jesi-Fabriano

Jesi, vaccinazioni: c’è ancora paura per le dosi di AstraZeneca. C’è chi diserta e chi contesta

Un buon 10% delle prenotazioni finisce nel vuoto perché le persone non si presentano senza avvisare, costringendo a ricorrere alla lista di riserva

Il punto vaccinale di Jesi presso la palestra Zannoni

IESI- Sta operando a pieno ritmo il punto vaccinale presso la palestra di via Zannoni a Jesi, con una media di vaccini somministrati quotidianamente che oscilla tra i 300 e i 400. Tra i medici, infermieri e addetti che prestano servizio alla somministrazione dei vaccini, c’è anche Aurelio Squadroni, ex infermiere che aveva aderito al bando del Commissario Arcuri per mettersi a disposizione della collettività.

Aurelio Squadroni

Una battaglia la sua, di cui avevamo già parlato in una intervista video il 15 marzo scorso ( https://www.centropagina.it/jesi/over-80-in-fila-vaccino-nodi-da-sciogliere-video/ ) che alla fine è riuscito a vincere e oggi lo troviamo in postazione a somministrare le dosi, unico a Jesi ad aver aderito al bando. E’ proprio la sua voce a sottolineare come l’impegno del personale sanitario venga “mal ripagato” da una buona percentuale di persone che diserta l’appuntamento preso per il vaccino o quando si presenta, a fronte della dose di AstraZeneca, rifiuta di farla. E questo comportamento crea notevoli disagi alla cittadinanza che invece sta aspettando con trepidazione il vaccino salvavita.

«Dopo varie settimane di attesa ho firmato e sono finalmente operativo – spiega Aurelio Squadroni – insieme a medici e infermieri, posso somministrare il vaccino anti-Covid e fare la mia parte in questa battaglia contro il Coronavirus e verso l’immunità di gregge. Ma nonostante una puntuale organizzazione e tanto impegno, c’è ancora chi contesta, chi se la prende con i medici e chi diserta l’appuntamento per la vaccinazione. Giovedì scorso (15 aprile, nda) deserto assoluto. Secondo me almeno un 10 per cento di chi ha l’appuntamento lo salta senza avvisare e chi viene, di fronte al vaccino AstraZeneca, si rifiuta di farlo e se ne va. E’ veramente vergognoso, una mancanza assoluta di rispetto nei confronti delle tante migliaia di persone che sono morte dopo settimane di terapia intensiva e che forse col vaccino si sarebbero salvate. Il mio è solo un invito alla riflessione, perché basta rinunciare all’appuntamento quando si viene contattati dalla Asur piuttosto che tenere un posto prenotato e dare forfait».

E’ infastidito Aurelio Squadroni, così come lo sono gli altri colleghi che cercano di lavorare a pieno ritmo per raggiungere un alto numero di vaccinati: nella giornata odierna (17 aprile) sono 306 i vaccini prenotati con 4 postazioni (due al mattino e due al pomeriggio), mentre da lunedì 19 si partirà con 8 postazioni (quattro al mattino e quattro al pomeriggio) per raggiungere quota 400 vaccini. A disposizione Pfizer e AstraZeneca, somministrati in base all’anamnesi di ciascun paziente, alle condizioni di salute e alle medicine assunte. Ma quando l’appuntamento viene disertato? Che fine fanno quelle fiale di vaccino?

«Non c’è rischio che vadano perdute, sprecate o riciclate passandole a chissà chi – precisa Squadroni – la Direzione sanitaria ha elaborato una seconda lista rispetto a quella prevista per la somministrazione, con i nominativi di potenziali persone che, per criterio, priorità di patologia e range d’età, potrebbero essere vaccinati. Quindi di fronte alle defezioni, vengono contattati i nominativi in lista e chiamati a fare il vaccino, andando a rimpiazzare la prenotazione disertata. Non ci sono dosi in avanzo. Ma sebbene vi sia una attenta organizzazione, resta comunque una questione di rispetto: i vaccini sono l’unica possibilità per uscire da questa situazione drammatica». Questa mattina una signora ha avvertito un lieve malore a seguito della somministrazione del vaccino ma non si è trattato di una reazione allergica, bensì di un lieve capogiro forse dovuto alla tensione. Sono intervenuti i sanitari, ma non c’è stato bisogno del trasporto in ospedale poiché si è subito ripresa.


 

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