Jesi-Fabriano

Jesi, gli uffici sono chiusi e lui prende a calci il campanello: 24enne denunciato per danneggiamento

Il giovane pakistano in passato, aveva fatto parte di un progetto per l’integrazione di cittadini extracomunitari e in svariate circostanze si era presentato in ufficio rivendicando la consegna dei documenti di soggiorno

Controlli della polizia a Jesi
Controlli della polizia a Jesi

JESI – Nella giornata di ieri 11 marzo, al termine dell’attività investigativa, il personale della Polizia di Stato del Commissariato di Jesi ha deferito in stato di libertà all’autorità giudiziaria competente un cittadino pakistano 24enne con precedenti di polizia per il reato di danneggiamento e violazione del divieto di ritorno.

Il 26 febbraio scorso i dipendenti di una ditta riferivano agli agenti della Volante appositamente intervenuti, che verso le 12.30 presso gli uffici della società, si era presentato un cittadino extracomunitario a loro noto, il quale aveva iniziato a suonare con insistenza il campanello pretendendo di entrare. I dipendenti avevano spiegato, pazientemente, che a quell’ora gli uffici erano chiusi ma l’uomo, noncurante di quanto rappresentatogli, aveva perseverato prendendo a calci il campanello fino a danneggiarlo.

La chiamata al 112 nue aveva attivato l’intervento della pattuglia Volante del Commissariato che di lì a poco er arrivata mettendo in fuga l’uomo, allontanatosi repentinamente per non essere fermato dagli agenti. Le indagini, confermavano i sospetti: l’uomo in questione, un pakistano 24enne, in passato, aveva fatto parte di un progetto per l’integrazione di cittadini extracomunitari e in svariate circostanze si era presentato in ufficio rivendicando la consegna dei documenti di soggiorno.

Dopo essere stato denunciato per danneggiamento veniva sottoposto dal Questore di Ancona alla misura di prevenzione del divieto di ritorno, misura spesso efficace che mira ad allontanare soggetti pericolosi che non hanno legami affettivi e lavorativi sul territorio. Eventuali violazioni potranno comportare la sottoposizione ad una misura più grave, quella della sorveglianza speciale. Pertanto, una volta rintracciato veniva deferito all’AG competente per danneggiamento e violazione del divieto di ritorno.