Jesi-Fabriano

Jesi, tigli di viale Trieste: petizione respinta

L'amministrazione procederà all'abbattimento dei tigli di viale Trieste seguendo le indicazioni dell'agronomo incaricato della perizia

La mobilitazione di viale Trieste

JESI – Nessun approfondimento ulteriore sui tigli di viale Trieste. La giunta respinge la petizione del gruppo spontaneo dei cittadini che chiedeva un’ulteriore analisi dello stato di degrado dei dodici alberi in prossimità della stazione ferroviaria.

L’esecutivo guidato dal sindaco Massimo Bacci ha stabilito di «respingere la petizione acquisita al prot. n. 7325 del 7 febbraio 2022 contenente la richiesta al Comune di sospendere immediatamente la procedura di abbattimento di n. 12 piante presenti lungo Viale Trieste, per le seguenti motivazioni: “l’Amministrazione, al fine di salvaguardare la pubblica incolumità, intende conformarsi pienamente alle valutazioni tecniche formulate nella relazione del Dott. Agr. Ugo Pazzi, non ravvisandosi elementi per una diversa considerazione dell’intervento o elementi tali da giustificarne un rinvio».

I cittadini chiedevano appunto di fermare le operazioni di abbattimento, programmate comunque per l’autunno, al fine di effettuare altri approfondimenti. “A seguito della determinazione n. 114 del 01/02/2022 – si legge nella petizione sottoscritta da 184 persone – con le presenti firme si richiede la sospensione immediata della procedura di abbattimento di n. 12 piante presenti lungo Viale Trieste. Tale richiesta è motivata dalla necessità di poter conoscere le perizie citate nel documento in oggetto e poter valutare il percorso che ha determinato tale decisione. Vista la mancanza di preavviso si è generato un movimento spontaneo di cittadini e cittadine interessati al mantenimento delle piante e dell’arredo urbano, anche in considerazione del valore storico delle stesse”.

L’amministrazione, dal canto suo, ha spiegato che «per ciascuno dei 12 tigli che purtroppo si dovranno abbattere in Viale Trieste vi è una relazione tecnica di un professionista agronomo che ne certifica le dimensione, quanto risulta da analisi visive, le strumentazioni tecniche utilizzate per accertare la presenza di cavità interne e lo stato dell’apparato radicale, le lesioni riscontrate, la perdita delle funzioni ecosistemiche, il rischio di cedimento improvviso sia delle singole branche che dell’intero albero con evidenti rischi per la pubblica incolumità ed i riferimenti normativi attraverso i quali se ne prescrive l’abbattimento. Il danneggiamento degli alberi non è stato dovuto ad una scarsa manutenzione, ma ad una sommatoria di concause legate a fitopatie, vetustà e senescenza che hanno determinato criticità all’apparato radicale, al tronco e alle branche, fino a portare ad un potenziale pericolo per la pubblica incolumità».

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