Jesi-Fabriano

Jesi, tariffe invariate per la concessione di sale comunali. Ma con polemica

Nessun incremento per l'affitto a terzi degli spazi di proprietà del Municipio. Non da tutti condiviso, tuttavia, il regolamento. «Si fa ancora fatica a chiamare per nome i fascisti», affermano dall'opposizione

La chiesa di San Bernardo a Jesi

JESI – Tariffe invariate per la concessione delle sale comunali rispetto all’anno appena concluso. Con due sole novità: la possibilità di utilizzo della chiesa di San Bernardo, a palazzo Pianetti vecchio (Porta Valle), per feste di compleanno (70 euro il costo d’affitto), e la disponibilità della nuova sala musicale all’interno del complesso San Floriano, in piazza Federico II, a 300 euro (concessa esclusivamente agli enti promotori per lo svolgimento di corsi C.O.M. autorizzati dal Comune).

Già approvato dalla giunta il regolamento delle tariffe pubbliche dei servizi a domanda individuale per il 2018. Non vi sono altre variazioni di rilievo, ad eccezione dell’istituzione di una nuova tariffa per l’’installazione della segnaletica ai richiedenti di modifiche temporanee della circolazione e della sosta, qualora gli stessi non provvedano autonomamente (leggi l’articolo).

Continua a tenere banco, intanto, la polemica riguardante il nuovo regolamento per la concessione delle medesime sale. Una pratica che ha fatto discutere, e non poco, maggioranza e opposizione in occasione dell’ultima seduta consiliare. «Tra gli emendamenti che avevamo proposto su questo punto e che la maggioranza ha deciso di bocciare – evidenzia il movimento Jesi in Comune – c’è quello in cui richiedevamo, insieme ai colleghi del Pd, di inserire una disposizione che avrebbe messo il Comune nella condizione di non concedere gli spazi “a soggetti che si richiamano all’ideologia fascista, ai suoi linguaggi rituali, alla sua simbologia e/o che praticano forme di discriminazione razziale, etnica, religiosa, di genere” e “che si rifiutano di firmare una dichiarazione che li impegna a rispettare la 12esima disposizione transitoria e finale della Costituzione Italiana. Rispetto a questo, la Giunta ha elaborato una controproposta in formato curiosamente ridotto, in cui si dice che i soggetti a cui non è il caso di concedere spazi comunali sarebbero coloro che “si richiamano alle ideologie totalitarie anche nel rispetto di quanto disposto dalla 12esima disposizione transitoria e finale della Costituzione Italiana”. In pratica ci rientrerebbero pure i fascisti, che ancora una volta però si fa fatica a chiamare per nome».

Ma il punto, secondo i consiglieri di minoranza Animali, Coltorti e Santarelli, non è soltanto questo. «Escludendo dalla dicitura la condanna a tutti quegli atteggiamenti discriminatori che avevamo segnalato nel nostro atto – dicono gli esponenti del movimento d’opposizione – ora il regolamento è facilmente eludibile da tutti coloro che volendo usufruire di spazi comunali per diffondere messaggi omofobi, sessisti, razzisti, ecc. potranno farlo avendo la sola accortezza di non dichiararsi ‘ufficialmente’ nostalgici del ventennio. Ci rammarica che tal soluzione sia stata approvata da determinati colleghi dell’opposizione, ci riferiamo tanto al Pd (con cui avevamo condiviso l’emendamento respinto) quanto al M5S».

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