Jesi-Fabriano

Strage di Piazza Fontana, a Jesi un presidio contro il fascismo

In occasione del 50esimo anniversario dell'attentato del 1969 a Milano e della scomparsa del ferroviere anarchico Pinelli, in corso Matteotti una manifestazione senza partito, ma solo «contro la deriva autoritaria». Prevista anche la proiezione di un documentario

JESI- Sono passati 50 anni dalla strage di Piazza Fontanta. 50 anni dalla morte di Giuseppe Pinelli, il ferroviere anarchico indagato e trattenuto illegalmente alla Questura di Milano per la bomba esplosa nella sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura.

Per commemorare questo anniversario, “Jesi per Pinelli”, un coordinamento che mette insieme più soggetti, si è messo in moto. Sono due le iniziative in programma, tra il 13 e il 14 dicembre, «per rendere visibile un pluralismo che deve farsi sentire contro autoritarismi, razzismi e fascismi di sorta».

Si inizia venerdì 13, a Palazzo Bisaccioni: appuntamento alle 17 con la proiezione del documentario di Carlo Lucarelli “Piazza Fontana”.

Sabato 14, in concomitanza con le iniziative a livello nazionale, si terrà un presidio in Corso Matteotti 2 a Jesi, dalle 9 alle 19, cui seguirà, a partire dalle ore 17, la deposizione di una corona di fiori alle vittime delle stragi avvenute in Italia, posta nell’atrio della residenza comunale.

«La presenza in piazza è un momento importante di visibilità per chi vuole denunciare la deriva autoritaria che in questo paese si sta facendo strada – spiega Jesi per Pinelli -. La strategia della tensione che da Piazza Fontana in poi, per 25 anni, insanguinò il paese, è
l’espressione di una politica che non vuole concedere spazio ai diritti sociali, alle garanzie civili, alla sicurezza sul lavoro e nelle fragilità».

Un appello anche ai giovani, che nelle ultime settimane, con il fenomeno delle Sardine, hanno invaso le piazze per rivendicare diritti e llibertà. Fuori da schemi politici e da strumentalizzazione, «contro chi vuole cancellare la storia, negare il passato, violentare il presente e rubare il futuro».

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