Jesi-Fabriano

Jesi, stipulato l’atto notarile per l’acquisto del chiosco dei giardini pubblici

Il Comune diventa proprietario della struttura ubicata all'interno dell'area verde di viale Cavallotti. Il bando per l'affidamento era praticamente pronto, ma è arrivato il coronavirus. Ancora speranze per la riapertura estiva

Il chiosco dei giardini pubblici

JESI – Il Comune diventa ufficialmente proprietario dei chiosco dei giardini pubblici. Raggiunto l’accordo con i proprietari, che hanno ceduto la struttura per circa 30 mila euro. Stipulato l’atto notarile che consente al municipio di acquisire il manufatto ubicato all’interno dell’area verde di viale Cavallotti.

Il bando per la concessione del servizio era praticamente pronto, ma il coronavirus ha bloccato tutto. L’amministrazione intende infatti cederlo in concessione d’uso, così da garantire un servizio all’altezza delle aspettative. Non si sa ancora se il chiosco, punto di ritrovo di tanti cittadini nel periodo estivo, riaprirà nel 2020. Ma qualche speranza c’è.

Di sicuro, la struttura non potrà essere aperta a maggio, né ovviamente a giugno, considerati i tempi tecnici di gara, ma non si esclude che si riesca ad attivarlo per luglio. In linea teorica, infatti, il distanziamento sociale potrebbe essere più agevole da far rispettare e diventerebbe quasi un’apertura simbolica, quale “rinascita” di una comunità ancora “bloccata” in casa.

La vicenda del chiosco è ormai nota. Il titolare della concessione del suolo pubblico, una famiglia del senigalliese, spiega proprio il Comune, «non ha effettuato i pagamenti dei canoni annuali». Non solo. La struttura è stata sub-concessa allo jesino Matteo Montesi, che invece ha pagato regolarmente tutto oltre a renderlo ancora più funzionale, nonostante vi fosse il divieto di cessione della concessione, clausola che il gestore non conosceva. Così l’amministrazione, appurate le irregolarità, ha intimato la demolizione, avviando nel contempo un confronto con i proprietari per valutare strade alternative. Da quindici anni, hanno evidenziato da piazza Indipendenza, il relativo canone di concessione non è mai stato versato. Il debito complessivamente accumulato dai titolari del contratto ammontava a circa 32 mila euro, ma si è raggiunto un accordo per chiudere bonariamente la controversia.

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