Jesi-Fabriano

Staffolo, “Facciamo squadra e non branco”: al via il progetto di educazione alla legalità della polizia

Il Commissario Paolo Arena ha incontrato gli alunni della scuola secondaria inferiore Menghi di Staffolo

JESI – “Droga, bullismo e sfide estreme: facciamo squadra e non branco”. E’ il tema del progetto Educhiamo alla Legalità voluto dal Questore Cesare Capocasa, d’intesa con l’Ufficio scolastico regionale e rivolto agli istituti scolastici di Ancona e provincia. Il dirigente del Commissariato di Jesi, vice questore Paolo Arena, ha incontrato gli studenti delle classi I, II e III della scuola secondaria inferiore Menghi di Staffolo diretta dal dirigente scolastico Ivano Dottori.

L’incontro ha puntato l’attenzione in particolare sulla droga che corrompe sempre più giovani: preoccupa che si sia abbassata notevolmente l’età del primo consumo. Cannabis e marijuana sono assunte anche dai minorenni. Preoccupano anche la diffusione di cocaina e delle nuove droghe sintetiche in circolazione come la Spice e le NPS, il crack i cui effetti sulla salute sono altamente pericolosi se non addirittura mortali. Gli stupefacenti sono visti come una via di uscita da situazione familiari difficili, ma ci sono anche tanti che iniziano per curiosità e poi si trovano intrappolati.

Il vice questore ha spiegato non solo l’analisi delle motivazioni che possono spingere al consumo, ma anche le conseguenze: «chi viene trovato in possesso di stupefacente per uso personale, subisce la contestazione amministrativa, la segnalazione al Prefetto e la sospensione o divieto di possedere documenti come il passaporto, porto d’armi, oltre all’ostatività legata alla partecipazione a concorsi pubblici. Se la quantità è notevole, o addirittura si è colti nell’atto della cessione, è reato ed è previsto l’arresto».

Dallo sballo per l’assunzione di stupefacenti a quello per l’abuso etilico, anche questo un fenomeno allarmante specie tra i giovani. «Ad oltre il 50% di adolescenti è capitato di bere alcolici e di ubriacarsi per poi mettersi alla guida di veicoli, a volte al termine di notti brave in discoteca, provocando serio pericolo all’incolumità propria e altrui», ha sottolineato il Commissario aggiungendo che la guida in stato di ebbrezza e sotto l’effetto di stupefacenti è un grave reato che comporta il ritiro della patente di guida.

«I giovani, spesso, ricorrono alle sostanze alcoliche e stupefacenti per sperimentare sensazioni di piacere eliminando inibizioni e barriere psicologiche – dice ancora il dottor Arena – a volte accade dopo un insuccesso scolastico o una lite in famiglia. Lo si fa per assomigliare agli adulti, per noia, capriccio. È tuttavia una strada senza uscita, che genera solo violenza gratuita, arroganza, bullismo, prepotenza, devastando l’esistenza di intere famiglie. Purtroppo oggi, accade sempre più spesso, che il gusto dell’estremo catturi i giovani: troppi i selfie estremi e le sfide al limite della sopportazione fisica. I teenager, finiscono per cercare nel web quell’attestato di stima, quella approvazione, quei “mi piace o like” che non trovano in famiglia».

Sfide di morte
Proprio sul web e sulle nuove assurde mode delle “Challenges” ha puntato l’attenzione il Commissario, cercando di calarsi nella sua speciale lezione, nella dimensione giovanile: sono all’attenzione dei Commissariati le sfide estreme nelle quali misurano il loro coraggio seguendo la linea dettata dal branco: il “Blackout game” (ovvero provocarsi volontariamente uno svenimento, da soli o insieme ad altri, utilizzando le mani o corde, lacci, sciarpe); il “Daredevil selfie” (fotografarsi in luoghi e condizioni estremamente pericolose, ad esempio sulla cima di grattacieli, palazzi, su un una torre o in bilico su balaustre); “Selfie col treno in corsa” (posizionati sui binari); “Roulette russa tra autovetture” (riprendersi sdraiati sulla strada mentre si attendono le macchine in arrivo, al buio, di notte, dietro una curva), oltre al “Balconing” (che consiste nel lanciarsi dal balcone di una camera d’albergo per tuffarsi nella piscina sottostante) o “Car surfing” (salire sul tetto di una macchina in corsa passando dal finestrino per poi rimanere in equilibrio sul tettuccio dell’auto come su di una tavola da surf”.

«La soluzione per evitare derive estreme, è quella di tenere sempre aperto un canale di comunicazione, affidarsi al dialogo ed al confronto con genitori, docenti e forze di Polizia, non rinunciando mai alla propria personalità per volere del branco – conclude Arena – insomma, “facciamo squadra…non branco”». Al termine della sua lezione, il dirigente del commissariato ha proiettato e commentato con gli studenti il cortometraggio sul bullismo dal titolo “Luce”, riepilogativo delle tematiche affrontate.

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