Jesi-Fabriano

Jesi, spostamento fontana dei Leoni: i contrari provano a far valere i numeri

Scatta la raccolta firme promossa dal comitato referendario che si batte contro l'accettazione da parte del Comune del lascito ereditario di Cassio Morosetti

Il banchetto contro lo spostamento della fontana dei Leoni

JESI – Sono almeno 250 le firme già raccolte contro lo spostamento della fontana dei Leoni. Bocciata la proposta di referendum abrogativo, i contrari all’accettazione del lascito ereditario di Cassio Morosetti provano a far valere i numeri. I banchetti per aderire alla petizione resteranno in piazza nei prossimi sabati e domeniche pomeriggio di febbraio e marzo. Possono firmare solo i residenti, da 16 anni in su.

«Intervenite numerosi! – l’appello dei promotori – Sarà un’occasione importantissima per dimostrare che saremo veramente tanti a ribadire il principio che le piazze di Jesi non sono in vendita e che non appartengono né ad un privato, né all’amministrazione comunale: le piazze sono di chi le vive». Qualora i cittadini non avessero la possibilità di recarsi in piazza, spiegano dal comitato referendario, «potranno contattare direttamente i promotori per individuare la modalità più opportuna per poter aderire alla petizione».

Tecnicamente, la petizione non potrà essere usata per ribaltare la decisione del consiglio comunale, ma più elevato sarà il numero delle adesioni, maggiore sarà l’impatto politico che produrrà. I lavori per lo spostamento della fontana, ad ogni modo, partiranno a inizio marzo. Centoquindici giorni per chiudere il cantiere, entro e non oltre il 15 luglio (compreso l’allaccio idrico e le opere complementari). Cassio Morosetti, nel lasciare 2 milioni di euro al Comune, è stato categorico: ricollocamento del monumento in piazza della Repubblica entro il 21 luglio 2021, pena la perdita dei soldi (che finiranno automaticamente a tre associazioni di beneficenza).

«Intendiamo dare voce alla città – spiegano ancora i promotori della petizione -. Vogliamo permettere alle persone che vivono le piazze di esprimere il loro dissenso, visto che l’amministrazione comunale non lo ha fatto».

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