Jesi-Fabriano

Jesi, servizi per la disabilità nell’Ambito 9: numeri in crescita

Nel Profilo di Comunità redatto dall'Asp, da 553 a 724 gli utenti nell'arco fra il 2016 e il 2020. Aumenta la richiesta di assistenza educativa, raddoppiano i tirocini di inclusione. La sottolineatura di Anffas

Villa Borgognoni, sede dell'Asp a Jesi

JESI – In crescita il bisogno di assistenza e di risposta alle necessità delle persone con disabilità. Un aspetto che emerge fra quelli messi in luce dal Profilo di Comunità redatto dall’Asp sul territorio dei 21 Comuni di riferimento dell’Ambito 9. Un incremento messo in luce anche dalla sezione locale di Anffas, associazione nazionale famiglie di persone con disabilità, e dal suo presidente, Antonio Massacci.

Disabilità, i numeri

Nel 2020, sono stati 233 gli utenti del servizio di assistenza educativa scolastica (erano 181 nel 2016), 126 le persone destinatarie di assistenza educativa individualizzata (118). Più che raddoppiati, da 59 a 120, i soggetti coinvolti in tirocini di inclusione sociale. Cresciuti, da 45 a 62, anche i fruitori dei servizi semi-residenziali dei centri socio-educativi riabilitativi. Il progetto regionale di vita indipendente, avviato a partire dal 2017, è arrivato a coinvolgere 16 persone.

Antonio Massaccio
Antonio Massacci

«I dati del Profilo di Comunità redatto dall’Asp – sottolinea Massacci- parlano chiaro: dal 2016 al 2020, le persone che usufruiscono dei servizi a favore di persone con disabilità sono passate da 553 a 724. Questo dato impressionante per l’aumento del numero è accompagnato anche da una sua faticosa gestione in termini economici, visto anche il ruolo progressivamente defilato da parte della Regione Marche».

Il ruolo del Terzo Settore

Lo studio del Profilo di Comunità, secondo Massacci, «non solo non deve rimanere chiuso nei cassetti, ma deve diventare lo strumento principe per chi deve fare le scelte, reperire le risorse, formare la sensibilità dei cittadini, educare ad un welfare partecipato». Ed è proprio il Terzo Settore, quello dell’associazionismo e del volontariato, che va coinvolto. «Sempre più – dice il presidente di Anffas – le risposte ai bisogni emergenti devono essere trovate programmandole e progettandole insieme tra istituzioni e mondo del Terzo Settore, come tra l’altro sancito da una importante recente sentenza della Corte Costituzionale. Se il Profilo evidenzia il bisogno di formazione per quasi 500 operatori dei diversi servizi, diventa quasi una necessità pensare (o ripensare?) ad una struttura permanente di formazione, che coinvolga magari anche il Terzo Settore e che non releghi la ricerca e la elaborazione di dati ad essere Cenerentola tra gli investimenti».

Sul territorio sono 117 le organizzazioni di volontariato, 16 le associazioni di promozione sociale, 26 le cooperative sociali, 5 le fondazioni. Le loro attività principali nel settore sanitario, sociosanitario, assistenziale. I volontari sono 4.914, altre 231 vi operano a differente titolo. Il 4,8% della popolazione partecipa direttamente nelle attività del terzo settore.

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