Jesi-Fabriano

Jesi, prima la Messa e poi il maxischermo per tifare l’Italia dalla parrocchia di Mancini

Funzione alle 19,30, poi insieme per gli azzurri contro l'Inghilterra. «Alle 21 non ci sarebbero stati preti disponibili- scherza don Federico Rango, vice parroco- c'è chi ci contatta per chiedere di vedere la parrocchia del Ct»

La parrocchia di San Sebastiano

JESI – Maxischermo per tifare insieme la Nazionale azzurra nella finale degli Europei di calcio contro l’Inghilterra domenica prossima 11 luglio. Il tutto a San Sebastiano, nella parrocchia del quartiere Prato a Jesi dove Roberto Mancini è nato, e preceduto, alle 19,30, dalla Santa Messa. Celebrata all’aperto, lì di fianco al campo di calcio dove il Ct degli azzurri ha cominciato a giocare a pallone, ma anticipata rispetto all’orario tradizionale domenicale delle ore 21. «Nello stesso orario della partita per la funzione non ci sarebbero stati preti disponibili» ci scherza su Don Federico Rango, giovane vice parroco jesino a San Sebastiano.  

L’invito si è fatto notare sui social e ha catturato l’attenzione anche delle telecamere nazionali di Rai News, che saranno al campo per alcuni collegamenti in diretta. Il programma prevede la funzione religiosa alle 19,30, poi l’apertura del punto ristoro, con porchetta, bibite e cocomero, e infine occhi concentrati sul pallone che rotolerà sul prato londinese di Wembley, molto più vicino di quanto si pensi a quello nel cuore del quartiere Prato e della mitica creatura di don Roberto Vigo, l’Aurora. «Tutte le domeniche celebriamo, ormai da un po’, la Messa all’aperto alle 21- spiega Don Federico- in piena estate all’interno della chiesa sarebbe ormai troppo caldo e dall’anno passato il Covid e le sue problematiche ci hanno spinto a sperimentare questa soluzione. Domenica prossima però mantenere l’orario alle 21 non sarebbe proprio stato possibile: vogliamo vedere la partita anche noi sacerdoti!».

E d’altro canto ci sono probabilmente ben pochi altri posti in giro che al pari di San Sebastiano raccontino come attività parrocchiale e sport possano andare a braccetto. E questo ben al di là della vetrina rappresentata dal percorso di successo di Roberto Mancini. «Da una quindicina di giorni abbiamo cominciato un torneo per bambini e bambine al di sotto dei 15 anni – racconta il vice parroco come la storia di ciò che è la parrocchia per il quartiere Prato prosegua ancora oggi- dalla semifinale abbiamo sistemato fuori il maxi schermo per seguire la partita, con la collaborazione della società sportiva e del circolo. D’altro canto, siamo pur sempre la parrocchia di nascita e di nascita anche calcistica di Roberto Mancini!».

Il campo sportivo San Sebastiano dell’Aurora, dove è “nato” Roberto Mancini

Al punto che, dice Don Federico: «Pensate che c’è chi ci contatta e ci scrive anche sui social: chiedono se possono venire qui a visitare la parrocchia di Mancini! Rispondiamo che se vogliono possono sicuramente venire ma che non è che ci sia qualcosa di particolare. Non ci sono musei e neppure i genitori di Roberto abitano più nei palazzi popolari dove stavano all’epoca e che sono qui davanti. Ma vengano pure, ci fa piacere». Eppure un viaggio che forse merita più di tanti altri per scoprire come, dal campo della parrocchia, si possa riuscire ad arrivare anche a quello di Wembley.

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