Jesi-Fabriano

Jesi, Il Tribunale per i Diritti del Malato preoccupato per le carenze d’organico in ospedale

Pasquale Liguori (TdM) attende l'annunciata nomina dei primari vacanti e manifesta perplessità per la scarsità di personale in alcuni reparti, che causa l'allungamento delle liste di attesa

L'ospedale "Carlo Urbani" di Jesi
L'ospedale "Carlo Urbani" di Jesi

JESI – Torna a farsi sentire il Tribunale per i Diritti del Malato. Qualche giorno fa, l’Area Vasta 2 ha fatto sapere che procederà a breve con la nomina dei primari vacanti di alcuni reparti. Una buona notizia, ma che – secondo Pasquale Liguori (TdM) – non è sufficiente a rassicurare la cittadinanza.

«Era ora – afferma Liguori – Sono mesi che Unità Operative importanti come l’Ortopedia, la Neurologia, la Pediatria, la Ginecologia/Ostetricia, la Radiologia, il Pronto Soccorso, l’Oncologia e la Broncopneumologia non hanno un primario. Siamo molto preoccupati, anche perché una struttura senza direttore può essere, in ogni momento, oggetto di possibile chiusura/accorpamento. E non possiamo fare a meno di elogiare l’impegno che stanno mettendo i facenti funzione dei primari mancanti, i quali  stanno permettendo ai reparti di funzionare anche in assenza di un responsabile. Ci preoccupa molto poi che non si parli della Gastroenterologia, che dal mese di luglio perderà un dirigente medico, facendo cosi restare in due gli operatori dell’Unità, elemento che aggraverà ulteriormente i già lunghi tempi di attesa per una colonscopia o una gastroscopia (prenotando oggi si può avere una visita che va al  2019). Teniamo infatti presente che tali esami sono indispensabili per l’accertamento di patologie tumorali, senza dimenticare che oggi gravano sulla Unità tutte le prescrizioni di esame che provengono dagli screening per il colon retto che si fanno a livello distrettuale. E anche sopra questa Unità, come quella di Broncopneumologia, già “si addensano nubi minacciose” di accorpamenti con altre strutture dell’AV2. Ci augriamo pertanto che tutti insieme, istituzioni, associazioni e forze politiche, facciano fronte unico per contrastare questa pericolosa deriva che farà perdere pezzi importanti al nostro ospedale».

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