Jesi-Fabriano

Jesi, elettrodomestici abbandonati tra i vicoli

Il frigorifero è stato lasciato in via Petrucci, rione di San Pietro, in uno degli angoli più suggestivi del centro storico, a pochi passi dal Duomo

JESI – Un frigorifero abbandonato tra i vicoli, a pochi passi dal Duomo. Succede anche questo a Jesi. Il grande elettrodomestico fa brutta mostra di sé, assieme a indumenti usati, cartone e plastica, in via Petrucci, nel rione di San Pietro, uno degli angoli più suggestivi del centro storico. Di nuovo atti di inciviltà a Jesi, che qualche residente ha sentito l’esigenza di stigmatizzare con un cartello. E pensare che il ritiro a domicilio è gratuito per il primo elettrodomestico (se ne possono conferire tre al massimo ndr.), grazie alla collaborazione fra la municipalizzata Jesiservizi e la cooperativa Futura. Una telefonata, è sufficiente questo per prenotare il servizio. Ma evidentemente, per chi è privo di senso civico, è complicato anche digitare un numero su di uno smartphone.

Non basta. Al centro ambiente di viale Don Minzoni è possibile depositare qualsiasi materiale, in forma gratuita, e in particolare: metalli, legno, oli motori, trasmissione e ingranaggi, oli vegetali, rifiuti misti da attività di costruzione e demolizione, imballaggi in materiale misto, rifiuti ingombranti, medicinali, batterie e accumulatori, batterie stilo, toner e carucce, frigoriferi, tv e monitor, neon, piccoli e grandi elettrodomestici. Insomma, un atto ingiustificabile.

A proposito di teppismo, durissimo il sindaco Massimo Bacci sull’ennesimo atto di vandalismo ai giardini pubblici, dove è stata distrutta parte della balaustra storica e gettata nella vasca. «L’ennesimo atto di vandalismo, uno sfregio alla città e alla sua memoria – tuona Bacci -. Spero che i responsabili vengano individuati e condannati, in particolare, al risarcimento dei danni procurati. Mi auguro che prendano coscienza della loro condizione che li porta a voler essere visibili attraverso atti che evidenziano l’assoluto vuoto che li pervade e l’incapacità di essere parte di una comunità. Ma mi auguro soprattutto che vengano isolati dai loro amici e che la condanna morale di quanti li conoscono serva loro per comprendere che, in realtà, il più grande danno lo hanno fatto prima di tutto a se stessi».

La balaustra staccata ai giardini pubblici

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