Jesi-Fabriano

Jesi, rifiuti e sporcizia a due passi dal Duomo

Protestano i residenti di via Garibaldi e via dei Mille. L'area un tempo occupata dalla ex sezione del mutuo soccorso, demolita in quanto pericolante, sta diventando una discarica a cielo aperto

Degrado in via dei Mille a Jesi
L'area oggetto di discussione in Consiglio Comunale

JESI – Vestiti, bottiglie di vetro e di plastica, carta, avanzi di cibo, coperte. E ovviamente calcinacci, tanti. È quanto si può trovare fra via Garibaldi e via dei Mille, a due passi dal centro storico, nell’area un tempo occupata dalla ex sezione del mutuo soccorso, già sede dei Repubblicani. I residenti delle abitazioni adiacenti sono esasperati, anche perché c’è pure chi, qualche tempo fa, ha dato fuoco ai rifiuti. Ci si può trovare davvero di tutto all’interno del perimetro in questione, recintato a salvaguardia della pubblica incolumità, e non è di certo un bel biglietto da visita per la città, tenuto conto che è sufficiente alzare di poco gli occhi per ammirare il campanile della cattedrale e il centro storico.

Gli abitanti del quartiere hanno già contattato gli uffici tecnici del Comune per segnalare la criticità, ma l’area è di un privato. A breve, fra l’altro, potrebbe essere addirittura riqualificata, ma adesso, sostengono i cittadini del rione, è opportuno fare qualcosa per scongiurare il rischio, concreto, che diventi una discarica a cielo aperto.

«Quel terreno è di proprietà di un privato – osserva il sindaco Massimo Bacci, interpellato in merito -. Mi accerterò immediatamente se sono state formalizzate segnalazioni ufficiali al Comune da parte dei cittadini per il degrado di quella zona. A prescindere da questo aspetto formale, comunque, informerò la Polizia Locale affinché faccia una veloce verifica della situazione. E contatterò il proprietario. Per quanto riguarda l’inciviltà di alcuni nostri concittadini, personalmente faccio fatica a comprenderla».

In disuso da tempo, la palazzina dell’ex mutuo soccorso è stata messa a dura prova dalle scosse di terremoto, che l’hanno resa ancor più pericolante. I proprietari, un’azienda edile, hanno così deciso, quasi un anno fa, di abbatterla al fine di evitare rischi per la pubblica incolumità (leggi l’articolo).

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