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Jesi, si ampliano le riduzioni: tassa rifiuti al 50% per le attività chiuse causa Covid

Maggiori risorse a disposizione, cambiano e si allargano i criteri. Meno 20% invece per chi ha subito cali di fatturato oltre il 30%, con una apposita dichiarazione da effettuare. Il Consiglio approva unanime, Bacci: «Facoltà colta al volo»

Una veduta del centro storico di Jesi

JESI – Tassa rifiuti, si amplia la riduzione in favore delle attività colpite dalla pandemia. Una decisione approvata all’unanimità del Consiglio comunale nell’ultima seduta e che, contando su maggiori risorse statali disponibili, comporterà minori pagamenti da parte delle utenze non domestiche per 480 mila euro. «Ce n’era la facoltà e l’abbiamo colta al volo, per venire incontro ai tanti che hanno avuto ripercussioni negative nell’ultimo anno e mezzo» ha detto il sindaco Massimo Bacci.

Cambiano i criteri delle riduzioni, che verranno operate sulla seconda rata a saldo, rispetto a quelli originari che erano stati previsti. E dunque non più tagli dal 25% al 75% da calcolare calibrandoli sulla base dei minori o maggiori periodi di chiusura sofferti dalle attività a causa delle misure anti- contagio (da 30 giorni a 6 mesi).

Ora tutta una serie di esercizi- quali ristoranti e bar, alberghi, artigiani quali parrucchieri, barbieri e estetisti, impianti sportivi ma non solo – pagheranno il 50% della seconda rata, senza necessità che i contribuenti che rientrano nelle tipologie interessate presentino comunicazioni a riguardo. Fra le attività beneficiarie del meno 50% anche cinema e teatri, campeggi e impianti sportivi, alberghi con e senza ristorante. E poi ristoranti, pizzerie, pub, trattorie, osterie, mense, birrerie e hamburgherie, bar, caffè e pasticcerie, pizzerie al taglio, discoteche e night club e altre ulteriori attività. A tali utenze si aggiungono tutte quelle presenti nei centri commerciali che hanno subito limitazioni negli orari di apertura. Escluse invece librerie, cartolerie, ferramenta, negozi di abbigliamento bambino e intimo e negozi di altri beni durevoli che non siano stati soggetti a chiusura o a restrizioni.

Riduzione invece del 20%, non cumulabile con la prima, per tutte quelle altre attività che, pur non avendo subito chiusure, abbiano accusato nel 2020 una diminuzione di fatturato di oltre il 30% rispetto al 2019. In questo caso servirà una apposita dichiarazione da effettuare entro il 15 ottobre prossimo, o entro il 31 gennaio 2022 nei casi di occupazione di aree o locali iniziate dopo la stessa metà di ottobre a venire.

L’istituzione la scorsa fine maggio di un ulteriore fondo statale destinato a tale scopo «incrementa significativamente le risorse disponibili- spiega il provvedimento- è quindi opportuno rimodulare e ampliare le misure di tutela alla luce della normativa sopravvenuta ed in considerazione delle maggiori risorse a disposizione».

Quanto alla prima rata della tassa rifiuti la Giunta aveva già stabilito, non senza polemiche e critiche per la comunicazione diffusa solo alla vigilia del 17 maggio, quando in tanti avevano già provveduto a versare, la possibilità di pagare fino al 30 novembre prossimo, senza incorrere per questo nell’obbligo di corrispondere sanzioni o interessi aggiuntivi a causa del ritardo.

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