Jesi-Fabriano

Jesi ricorda la strage di Piazza Fontana

Il Centro Studi Libertari di Jesi e la sezione "Ferrer" di Chiaravalle insieme, domani 12 dicembre, per ricordare l'anniversario. L'appuntamento davanti al Municipio jesino

La sede del Centro Studi Fabbri di via Pastrengo a Jesi
La sede del Centro Studi Fabbri di via Pastrengo a Jesi

JESI – Una corona di fiori nell’atrio del comune di Jesi per ricordare il 48esimo anniversario della strage di Piazza Fontana.

L’iniziativa, organizzata dal Centro Studi Libertari “Luigi Fabbri” Jesi unitamente alla sezione “F. Ferrer” di Chiaravalle, vuole essere l’occasione per ricordare uno dei momenti più bui della storia del nostro Paese non dimenticando il delicato momento storico attuale. L’appuntamento, domani (martedì 12) alle 18 davanti l’atrio del comune dove verrà cantata La Ballata del Pinelli e recitata la poesia di Edgar Per Master, da Antologia di Spoon River, che fa da epitaffio alla tomba di Giuseppe Pinelli: «Quasi mezzo secolo è passato da un periodo in cui, a fronte di profondi cambiamenti nel tessuto sociale e politico italiano, la destra reazionaria ordiva trame, progettava colpi di stato e soprattutto insanguinava il paese con la strategia della tensione mietendo vittime nelle piazze, sui treni, in ogni dove – fanno sapere gli organizzatori – Piazza Fontana è il simbolo condiviso di una memoria antifascista che oggi è di nuovo chiamata a rendersi visibile e attiva. Anche a Jesi il vento di un populismo viscerale soffia sul malcontento diffuso facendo leva sulle menzogne storiche, sulle guerre fra poveri, su facili parole d’ordine che esasperano gli animi e inaridiscono i cuori. E soprattutto non forniscono alcuna soluzione ai problemi socioeconomici. Consideriamo che il prossimo 12 dicembre, nella lapide dedicata alle vittime della strategia della tensione posta nell’androne della residenza municipale, l’annuale deposizione di una corona di fiori possa essere un’azione che rimanga al di fuori dalla logica difensiva “dell’azione-reazione” a cui la sinistra sembra ormai costretta, che va al di là dell’aspetto “religioso” di un anniversario, perché il nostro intento invece tende al mantenimento di relazioni, per ricostruire un fronte unico contro tutti gli autoritarismi».

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