Jesi-Fabriano

Jesi, Renzi sulla Casa famiglia Cesarini: «Non c’è incertezza: l’ex Giuseppine è sede adeguata»

L'assessore: «Le proposte rigettate non potevano essere accettate dalla Soprintendenza e in base alle norme per il centro. La prima parte dei lavori sulla statica, poi priorità alla struttura per persone con disabilità»

L'assessore Roberto Renzi

JESI – «Non c’è incertezza sul fatto che la struttura dell’ex Giuseppine sia adeguata ad ospitare la casa famiglia legata all’eredità di Daniela Cesarini». Così in Consiglio l’assessore ai lavori pubblici Roberto Renzi. Quanto ai tempi una volta definita la parte progettuale, Renzi ha aggiunto: «Ci aspettiamo a quel punto che il cantiere parta subito. La prima parte dei lavori riguarderà la statica strutturale dell’intero edificio. Poi procedere per la casa famiglia sarà la priorità».

Agnese Santarelli di Jesi in Comune

La consigliera d’opposizione Agnese Santarelli (Jesi in Comune) aveva interpellato l’amministrazione: «Rispetto al progetto erano state sollevate criticità sia dalla onlus Daniela Cesarini sia dall’Aniep, soprattutto in relazione alle dimensioni delle stanze e dei corridoi che risulterebbero troppo stretti per un agevole movimento o passaggio delle sedie a rotelle. Le criticità erano state tradotte in osservazioni tecniche che comportavano modifiche al piano di recupero del complesso San Nicolò ma tali osservazioni sono state rigettate dalla Giunta. Sarebbe un errore procedere con il piano di recupero dell’immobile nell’incertezza che lo stesso possa non essere adatto e consono a ospitare la Casa Famiglia per Disabili come voluto da Daniela Cesarini. Perché il rigetto? Con quali criteri si è approvato quel piano di recupero? I tempi saranno legati al destino delle abitazioni private ricavate con lo stesso piano?».

Dice Renzi: «Da oltre un anno abbiamo avviato incontri e consultazioni per esaminare le ipotesi di progetto che stava maturando. Sono stati coinvolti tutti i soggetti interessati: quelli che ora hanno avanzato contestazioni e critiche, nei primi incontri avevano ritenuto di non partecipare. Sono stati coinvolti in seguito, con il progetto in stato più avanzato e quando l’Asp si era già espressa sullo stesso con riferimento alle normative, vigenti e di prossima introduzione. Abbiamo incontrato in più occasioni l’esecutore testamentario, che esprime parere favorevole sul progetto, rispondente alle indicazioni, e sull’ubicazione della struttura».

Il complesso Giuseppine di Piazza Pergolesi a Jesi

Quanto alle osservazioni rigettate, Renzi spiega: «Ci veniva chiesto di eliminare una scala all’interno e ricostruirla all’esterno nella corte. E di realizzare un corridoio sulla corte, con una struttura ex novo esterna. Abbiamo dovuto rispondere che questo non poteva essere accettato dalla Soprintendenza e in base alle norme edilizie per il centro storico. Si è trattato di una presa d’atto di richieste che non potevano essere accettate».

Insoddisfatta Santarelli: «Le proposte rigettate sono state sottoposte alla Soprintendenza? E nel caso di una risposta negativa, perché non è stata presa in considerazione una diversa soluzione? Nessuna risposta infine riguardo alla idoneità del progetto per le persone in sedia a rotelle».

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