Jesi-Fabriano

Jesi, referendum sulla fontana dei Leoni: Daniele Massaccesi contro Andrea Pieralisi

Il presidente del consiglio ricorda una proposta dell'imprenditore riguardante la realizzazione di un parcheggio in piazza Federico II. La replica: «Dovrebbe dimettersi per questo attacco»

JESI – Spostamento della fontana dei Leoni, l’istanza di referendum abrogativo è stata depositata. Ma le polemiche non si placano. Durissimo l’attacco del presidente del consiglio comunale Daniele Massaccesi, oggi in occasione della seduta consiliare, all’imprenditore Andrea Pieralisi, fra i dieci firmatari della richiesta di coinvolgimento popolare al fine di annullare la decisione del civico consesso.

«La città merita serietà e correttezza – ha tuonato Massaccesi -. Importante evidenziare che nove firmatari hanno sottoscritto la proposta assieme ad Andrea Pieralisi, che nel 2013 si era dichiarato disponibile ad accollarsi i costi per lo spostamento della fontana dei Leoni da piazza Federico II, così da riqualificarla. Ma non in termini architettonici e artistici, bensì realizzandovi un parcheggio con sessanta posti a tariffa oraria e zero agevolazioni per i residenti. Mi auguro che il diretto interessato abbia il buon senso e il buon gusto di ritirare la sua firma».

Lapidaria la replica di Pieralisi: «È inaccettabile un attacco pubblico nei confronti di una persona non presente, e in quel modo – dice l’imprenditore -. Credo che Massaccesi si debba dimettere. Lo considero gravissimo».

I dieci firmatari della proposta referendaria, che dovrà essere approvata dal comitato dei garanti e a cui vanno allegate duemila firme, sono Roberto Vecci, Gabriella Cantarini, Stefania Loreti, Giampiero Carducci, Antonella Nicoletti, Andrea Antolini, Stefano Bornigia, Claudia Lancioni, Marco Giampaoletti e, appunto, Pieralisi. «La scelta espressa dal solo testatore di spostare la fontana delle leonesse da piazza Federico II a piazza della Repubblica, che va ad incidere su due luoghi simbolo delle relazioni sociali cittadine e che non era prevista nel programma di mandato dell’attuale amministrazione comunale, deve essere condivisa con i cittadini e le cittadine di Jesi e non può essere blindata dentro il palazzo comunale», sostengono.

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