Jesi-Fabriano

Jesi: raid sacrilego al Santuario delle Grazie, condannato a 2 anni e 8 mesi il writer

Il 34enne di Monte San Vito, responsabile del raid sacrilego al Santuario di Corso Matteotti lo scorso 11 ottobre, è fuggito rendendosi irreperibile

Il vandalo nella chiesa delle Grazie a Jesi (Foto: carabinieri)
Il giovane all'opera nella chiesa delle Grazie a Jesi (Foto: carabinieri)

JESI – Condannato il writer autore del danneggiamento sacrilego al Santuario Madonna delle Grazie di corso Matteotti, lo scorso 11 ottobre. L’episodio aveva destato sconcerto tra i fedeli, essendo stato colpito al cuore uno dei luoghi di culto più cari alla comunità. Il writer-vandalo, un 34enne di Monte San Vito, si era introdotto in chiesa approfittando dell’apertura prolungata e, vedendo che non c’era nessuno, aveva dato sfogo alla sua ira prendendosela con dipinti e statue. Aveva deturpato con una penna biro il dipinto del Sacro Cuore, il “Sant’Antonio da Padova”, la stampa di “Santa Rita da Cascia” scarabocchiandoli con emoticon e scritte, bucandoli e sporcandoli con la cera delle candele, poi aveva afferrato la statua di Padre Pio scaraventandola in terra e spaccandola a pezzi. Aveva strappato le pagine del messale e i fili di alcuni candelabri elettrici. Un autentico raid sacrilego commesso al Santuario Madonna delle Grazie di corso Matteotti lo scorso 11 ottobre.

Inoltre, aveva rubato una bottiglia di “Vino Liquoroso Santa Messa” usato per l’eucaristia, scolandosene la metà. Quando i carabinieri della Compagnia di Jesi lo hanno bloccato lungo corso Matteotti – raccogliendo le segnalazioni di alcuni fedeli che avevano visto un “tipo strano in chiesa” – l’uomo, fuori di sé aveva tentato di divincolarsi aggredendo i militari per cercare di scappare, ma il tentativo era risultato inutile. Bloccato e portato alla vicina caserma di Corso Matteotti era stato identificato e sottoposto a perquisizione: aveva ancora in mano la bottiglia di vino per l’Eucaristia. L’autore del raid sacrilego era stato arrestato in flagranza di reato. La sua violenta azione in chiesa oltretutto era stata ripresa dalle telecamere interne all’edificio di culto, messe a disposizione dei carabinieri dal rettore del Santuario, padre Adrian Timaru.

L’arresto era stato convalidato e il writer era stato rimesso in libertà ma sottoposto alla misura cautelare non detentiva dell’obbligo di dimora nel comune di Monte San Vito con obbligo di firma alla polizia giudiziaria. Deve rispondere dei reati di danneggiamento aggravato di opere d’arte, distruzione della statua di Padre Pio, furto di beni esposti alla pubblica fede e in particolare nel luogo di culto oltre a violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Ieri al Tribunale di Ancona davanti al Gup Francesca De Palma si è celebrato il processo con rito abbreviato. Il gup ha condannato l’imputato a 2 anni e 8 mesi di reclusione, senza la sospensione condizionale della pena, ma di fatto era presente all’udienza solo l’avvocato difensore, Marco Subiaco, perché il suo assistito se l’è svignata rendendosi irreperibile.