JESI – Progetto Edison alla Zipa, è durata otto ore, dalle 9,30 del mattino alle 17,30 del pomeriggio di oggi 7 maggio, la prima seduta della conferenza dei servizi chiamata ad autorizzare l’impianto di trattamento di rifiuti anche pericolosi, e di bonifica di terreni contaminati anche da amianto che la multinazionale vuol realizzare nel sito di via dell’Industria alla Zipa. Al termine di questo “conclave” nessuna fumata, né bianca né nera: il Comune di Jesi ribadisce il no al progetto come già hanno fatto dal mattino i rappresentanti dell’Assemblea permanente “Stop Edison” in presidio fuori dalla Provincia, l’azienda conferma invece bontà e sicurezza dell’iniziativa. Con la questione del “vizio Zipa” che resta sul tavolo, insieme al punto interrogativo sul fatto che posso o no fermare l’iter autorizzativo sin dall’origine.
Progetto Edison, conferenza dei servizi. Il Comune
«L’approfondimento istruttorio avviato in questa prima riunione della conferenza dei servizi – dice al termine il Comune di Jesi – ha confermato, nel Comune di Jesi, la validità delle osservazioni formulate al progetto Edison e del lavoro frutto del percorso di partecipazione attivato in città dall’Amministrazione comunale. Ancor più netto è emerso il nostro pieno convincimento della validità dell’eccezione sollevata dal Comune di Jesi, per l’immediato arresto del procedimento dovuto alla carenza del titolo abilitativo utile alla disponibilità dell’area. Il tutto nel pieno rispetto ed adesione alla contrarietà politica approvata all’unanimità dal Consiglio comunale di Jesi».
Progetto Edison, conferenza dei servizi. L’azienda
«Nel corso della Conferenza dei Servizi che si è svolta oggi presso la Provincia di Ancona, Edison Next Recology ha sostenuto, di fronte ai rappresentanti di tutti gli enti coinvolti nel procedimento autorizzativo, la validità del proprio progetto di trattamento e valorizzazione dei rifiuti per il recupero di materie prime seconde», afferma la multinazionale. E quanto al vizio Zipa, «Edison Next Recology dispone dell’area in cui intende realizzare l’impianto a seguito sia degli accordi contrattuali raggiunti con la società proprietaria del terreno, sia dell’istanza di benestare all’insediamento dell’impianto presentata al Consorzio ZIPA, corredata dallo schema del contratto di costituzione del diritto di superficie e della proprietà superficiaria. L’istruttoria è in stato avanzato e in data 7 aprile 2025 il Consorzio ZIPA ha eseguito il sopralluogo funzionale alla positiva conclusione del procedimento».
Per il proponente: «L’impianto è in linea con i principi di economia circolare e in particolare:
• è sicuro;
• contribuisce a eliminare fattori inquinanti dall’ambiente;
• evita il consumo di nuove risorse trasformando i rifiuti in materie prime seconde che possono essere riutilizzate, per esempio, nella filiera edile (i.d. End of Waste).
Il nuovo impianto sarà realizzato secondo le Migliori Tecnologie Disponibili (le cosiddette Best Available Technologies, BAT), garantendo la massima tutela della salute pubblica di cittadini e lavoratori. Nell’ambito dell’istruttoria, l’Università di Tor Vergata ha effettuato studi epidemiologici e tossicologici per valutare l’impatto sanitario dell’impianto secondo il principio di precauzione e prevenzione. Da questi studi è emerso che l’impianto non presenta alcun elemento di attenzione, né per la popolazione residente né per i lavoratori, ed è stata confermata la sicurezza del progetto». E sul tema amianto, «L’impianto è dotato di una sezione all’avanguardia per il trattamento dei terreni contenenti fibre di amianto e prevede che gli stessi transitino solo in ambienti controllati dove vengono, tra le altre cose, bagnati e trattati con dispositivi specifici che impediscono ogni possibile dispersione di particelle nell’aria per garantire il rispetto dei più alti livelli di sicurezza. L’impianto contribuirà a pulire l’ambiente da fattori inquinanti in linea con le politiche nazionali ed europee sullo sviluppo sostenibile. L’infrastruttura tratterà esclusivamente rifiuti con provenienza certificata e controllata, destinati alla trasformazione di materiali riutilizzabili da reimmettere nel ciclo produttivo prevenendo l’estrazione di nuove risorse e favorendo sinergie industriali. In linea con l’impegno di Edison nella transizione energetica, è prevista la realizzazione sul tetto dello stabilimento di un impianto fotovoltaico da 700 kW a copertura di parte del fabbisogno energetico dell’impianto».
Progetto Edison, conferenza dei servizi. L’Assemblea del no
«In occasione dell’avvio dei lavori della Conferenza dei Servizi che dovrà decidere sulla realizzazione del progetto presentato da Edison Next Recology per un impianto di trattamento di rifiuti speciali sul territorio jesino, l’assemblea permanente ‘Stop Edison’ ha tenuto un presidio davanti alla sede del consiglio provinciale ad Ancona. In tanti e tante, con cartelli e striscioni, hanno partecipato per ribadire il no deciso ad un insediamento altamente inquinante che la popolazione giudica pericoloso per l’ambiente e per la salute. Durante il presidio è stato ricordato che «la contrarietà all’impianto ha diverse ragioni. Da una parte l’ubicazione in un luogo altamente antropizzato e il trattamento di una molteplicità di rifiuti pericolosi che comprendono anche l’amianto e dall’altra i rischi derivanti dalla gestione privata da parte di una multinazionale di un’attività che dovrebbe essere rigorosamente sottoposta al controllo pubblico Inoltre Jesi rientra in un’area già definita come AERCA (area ad elevato rischio di crisi ambientale), costituita nel 2005 ed oggi formalmente decaduta nonostante non siano stati realizzati piani di bonifica del territorio. Per questo l’opposizione sociale, organizzata nell’Assemblea Permanente Stop Edison, continua a rivendicare che nella conferenza dei servizi venga riconosciuta la volontà popolare del no e che il progetto venga rigettato. Il prossimo appuntamento di mobilitazione generale sarà il 14 Giugno a Jesi alle 17,30 per la manifestazione che ribadirà le ragioni del no».