Jesi-Fabriano

Jesi, paura per un uomo armato di coltello in centro: bloccato dalle forze dell’ordine

Paura in centro a Jesi. Polizia locale e carabinieri lo hanno seguito lungo via Mura Occidentali, quindi in via Saffi, prima che raggiungesse corso Matteotti, sono riusciti a bloccarlo

Le forze dell'ordine intervenute in centro a Jesi

JESI – Paura in centro, questa mattina, 11 ottobre, a Jesi dove è stato necessario l’intervento della polizia locale e dei carabinieri. Passanti, allarmati, hanno notato un uomo che girava, armato di coltello e in apparente stato confusionale, per il centro gremito dal consueto passeggio del mercoledì mattina per il mercato.

Le forze dell’ordine sono intervenute e hanno intercettato e bloccato l’uomo che poi è stato affidato alle cure degli operatori sanitari intervenuti con un’ambulanza, ora ricoverato all’ospedale Carlo Urbani.

Si tratta di un 33enne di origine sudanese, regolarmente soggiornante in Italia. Tutto è iniziato quando agenti di Polizia locale e sanitari hanno suonato il campanello di casa dell’uomo per accompagnarlo a una visita programmata. Dopo aver risposto in malo modo alla richiesta, l’extracomunitario si è recato in cucina prendendo un coltello con una lama di 20 centimetri e barricandosi poi in camera. Quindi, raggiungeva il terrazzo dove gli agenti hanno provato a convincerlo a farsi ricoverare. Dopo una inutile trattativa durata una ventina di minuti, nel corso dei quali intervenivano anche carabinieri e vigili del fuoco, lo stesso minacciava di buttarsi in strada, da un’altezza di circa 6 metri. Quindi, improvvisamente, tentava di darsi alla fuga, lanciandosi su una tettoia vicina, dalla quale raggiungeva la strada tenendo sempre in mano il coltello. Ed ecco il trambusto avvistato in pieno centro dai passanti.

Gli agenti e i militari dell’Arma hanno seguito il giovane lungo Via Mura Occidentali, evitando che entrasse in contatto con chiunque si trovasse a passare nei paraggi. Poco dopo, in Via Saffi, prima che raggiungesse Corso Matteotti, gli stessi riuscivano a bloccarlo, disarmarlo e contenerlo, mettendo nelle condizioni i sanitari di portarlo in ospedale per essere sottoposto alle cure previste. Inevitabile la denuncia all’autorità giudiziaria per i reati consumati.

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