Jesi-Fabriano

Jesi, Palazzo Bisaccioni ospita Strapaesaggi: le visioni artistiche di tre maestri del Novecento

Un territorio rurale che risulta elegante e variegato quello in mostra fino al 18 marzo prossimo nella sede della Fondazione Carisj in Piazza Colocci. In esposizione le incisioni di Luigi Bartolini, Giorgio Morandi e Arnoldo Ciarrocchi

La presentazione della mostra Strapaesaggi: da sin. Butini, Bassotti, Tarantino e Rosetti
La presentazione della mostra Strapaesaggi: da sin. Butini, Bassotti, Tarantino e Rosetti

JESI – Sarà una mostra itinerante quella inaugurata ieri sera, lunedì 18 dicembre, nella sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi. Strapaesaggi, a cura di Nicoletta Rosetti, raccoglie le incisioni di paesaggi agresti realizzate da Luigi Bartolini, Giorgio Morandi e Arnoldo Ciarrocchi. 

StrapaeseVisitabile a Palazzo Bisaccioni, in Piazza Colocci, fino al prossimo 18 marzo, l’eposizione sarà visitabile dalle 9.30 alle 13 e dalle 15.30 alle 19.30 tutti i giorni tranne il 25 dicembre e il 1 gennaio. «Una mostra che rientra nell’intensa attività culturale promossa dalla Fondazione Carisj – ha detto il segretario della fondazione Mauro Tarantino – Sarà poi Fabriano ad avere l’onore di ospitarla». «La Fondazione è un punto di riferimento per il territorio diverso rispetto al passato» ha aggiunto l’assessore alla cultura Luca Butini. Grandi progetti per la Carisj sono stati annunciati dal presidente Alfio Bassotti: «Promuoviamo incontri ogni semestre e per l’anno nuovo abbiamo intenzione di raddoppiare gli spazi per dare vita a una cittadella della cultura e del volontariato. Malgrado i lavori in piazza Colocci che ci hanno isolato, le presenze non sono mancate». Infatti sono stati 4.200 i visitatori nel 2015, 7.200 quelli l’anno successivo e ben diecimila quelli che si sono recati a Palazzo Bisaccioni quest’anno. «L’incisione non è certo l’arte più popolare – il commento della curatrice Nicoletta Rosati – Il nome, Strapaesaggi, prende spunto dalla corrente artistica e letteraria “Strapaese” nata intorno agli anni Venti con l’intento di ribadire la natura rurale dell’Italia contro il cosmopolitismo e l’esterofilia, a favore di un recupero della tradizione e del carattere paesano nazionale». Una esposizione che esalta il bolognese Giorgio Morandi, consacra il cuprense Luigi Bartolini e il civitanovese Arnoldo Ciarrocchi, il più giovane dei tre.

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