Jesi-Fabriano

Jesi, l’opposizione insorge su ponte San Carlo

Pd e Jesi in Comune replicano duramente al sindaco Massimo Bacci e al gruppo consiliare Jesiamo. Oggetto del contendere, il rifacimento del viadotto di Minonna e il contributo annunciato dalla regione

Ponte San Carlo
Lo stato di conservazione, secondo le ultime analisi tecniche, è compromesso

JESI – La regione farà la sua parte nella demolizione e ricostruzione di ponte San Carlo. «Bene, ma dovrebbero finanziarlo integralmente», la puntualizzazione del sindaco Massimo Bacci, a cui il gruppo Jesiamo dà man forte, attaccando il Pd di Jesi.

«Siamo in continuo e stretto contatto con i nostri rappresentanti regionali, in particolare con l’assessora Bora, che abbiamo sollecitato in merito al ponte e che ringraziamo per aver prontamente creato le condizioni per una compartecipazione regionale all’opera – la risposta del segretario democrat Stefano Bornigia -. Non siamo in alcun modo stati spiazzati dall’annuncio della regione, e speriamo che non sia stata impreparata nemmeno l’amministrazione comunale, cui spetta ora aprire celermente un tavolo di confronto e mettere risorse comunali per far tornare il ponte alla piena funzionalità. Siamo sempre più convinti che sarebbe stato meglio allocare le risorse sul ponte e non per la riqualificazione del Corso. È a tutti evidente che non possiamo avere la presunzione che altri enti si prendano carico di tutti i 4 milioni di oneri per un bene di proprietà comunale. Proprio per questo, se invece di destinare risorse per la riqualificazione del Corso, le avessimo tenute libere per il ponte, avremmo da subito una importante disponibilità economica che, compartecipata da altri enti, avrebbe permesso un rapido reperimento di tutte le risorse necessarie. Ad ogni modo, vogliamo dire a JesiAmo che questo non è il momento della propaganda che non corrisponde alla realtà, bensì quello dell’azione: sarebbe bene che la maggioranza più che nella produzione di comunicati si impegnasse ad aprire il tavolo e a trovare le necessarie risorse. Noi saremo attentamente vigili proprio perché riteniamo che ponte San Carlo sia una priorità assoluta, che non può essere posta in second’ordine rispetto ad altri progetti».

Critiche anche da Jesi in Comune. «L’inguaribile narcisismo e l’ansia da prestazione che caratterizzano questo Sindaco colpiscono ancora senza che i protagonisti si rendano conto degli esiti ridicoli cui si va incontro quando la comunicazione prende la mano sulla realtà. I commenti sulle vicende del ponte San Carlo ne sono un esempio – afferma il movimento di minoranza -. Se infatti il primo cittadino cade dalle nuvole quando gli dicono che in effetti la Regione è disposta a contribuire “sollecitando l’apertura di un tavolo di confronto”, significa che fino ad oggi i nostri ineffabili amministratori si sono guardati allo specchio, e qualcun altro ha interceduto per Jesi. Per non parlare della mozione che abbiamo approvato in Consiglio comunale, che dice esattamente quel che si sarebbe dovuto fare molti mesi fa senza bisogno di input particolari. Altrettanto buffo che si continui a pretendere che negli atti proposti dall’opposizione consiliare vi debba essere sempre un “inchino” alle magnifiche sorti e progressive promesse dalla maggioranza (se no non li approvano…). E soprattutto, per esempio a proposito della questione generale delle mancate manutenzioni, è straniante sentir dire continuamente che la colpa di ogni cosa è “delle amministrazioni precedenti”. Quando prima di Bacci c’era … Bacci, da quasi otto anni a questa parte. Il tempo passa purtroppo».

Jesi in Comune, fa sapere il consigliere Samuele Animali, «ha perorato la soluzione che appariva sin dall’inzio più ragionevole, cioè sollecitare velocemente tutti i cofinanziamenti possibili accantonando risorse (parliamo evidentemente della possibilità di accedere a nuovi mutui) per la quota residua che dovesse rimanere a carico della città. Anche per serietà nei confronti dei partner istituzionali che sicuramente debbono contribuire ad un opera che, pur congiungendo due parti del centro abitato, non è solo di interesse locale. Infine avremmo preferito non sentir citare l’esempio di Senigallia, visto che in quel caso si è provveduto dopo una calamità che ha causato morti, feriti e gravi danni materiali, per cui pende un procedimento penale».

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