Jesi-Fabriano

Jesi, nuovo San Martino: il progetto. «Da ferita a cerniera»

Il progetto impegna risorse per 5,7 milioni di euro, ricorda il sindaco Lorenzo Fiordelmondo: «L’intervento va concluso entro il 2026». In ballo alloggi, spazi pubblici e la casa famiglia per persone con disabilità legata all'eredità di Daniela Cesarini

San Martino, la presentazione del progetto

JESI – «Un luogo che era una ferita della città e può diventarne una cerniera» secondo l’assessora ai lavori pubblici Valeria Melappioni, per il sindaco Lorenzo Fiordelmondo un progetto «che non abbiamo solo raccolto ma riorganizzato date le maggiori risorse richieste rispetto alle preventivate in origine». Questa mattina 6 aprile nella corte all’aperto del San Martino l’amministrazione comunale, i tecnici e i progettisti hanno presentato in un incontro pubblico il progetto di restauro e recupero del complesso seicentesco nel cuore della città, incastonato tra Corso Matteotti e le vie Palestro, Pastrengo, XX Settembre, Piazza Oberdan. «Continueremo nei prossimi mesi ad illustrare gli altri interventi che interessano la nostra città con questa modalità aperta e partecipata – dice Fiordelmondo – questo del San Martino è il terzo dei progetti Pinqua, Programma nazionale per la qualità dell’abitare, confluito nel Pnrr, che presentiamo alla città. Abbiamo lavorato moltissimo, sin dal nostro insediamento, su questo come su altri progetti che afferiscono allo stesso Piano perché era necessario riorientarli. Ci siamo dovuti confrontare con il Ministero e con la Regione visto che le stime degli studi di fattibilità, che avevano portato alla richiesta dei fondi, avevano una differenza sostanziale in termini di costi con i progetti definitivi. La ristrutturazione del Complesso ospiterà anche la struttura voluta da Daniela Cesarini, ex assessora, che ha destinato a questo nobile scopo la sua eredità».

Il progetto impegna risorse per 5,7 milioni di euro, di cui 3,3 per i lavori. Arrivano per 3,2 milioni dai fondi Pnrr dal PinQua, per poco più di 1,3 dagli oneri di urbanizzazione dell’operazione Amazon, per 700mila euro dall’eredità Cesarini e poi dal fondo statale per l’avvio delle opere indifferibili. Ad illustrare i dettagli per il Comune Barbara Calcagni, dirigente dell’area lavori pubblici, e Marco Ferrari (R.u.p. del progetto) e poi l’ingegnere Luca Piermattei e gli architetti Silvano Rossini e Floriana Priori, che hanno lavorato al progetto definitivo. Appena affidato l’appalto integrato per progettazione esecutiva e realizzazione dei lavori, in estate si conta di far partire i previsti 540 giorni di cantiere. Come da Pnrr, ricorda Fiordelmondo, «l’intervento va concluso entro il 2026».

Quanto agli spazi andranno ricavati su 1400 metri quadrati al primo piano delle due ali su via Palestro e via XX Settembre dodici alloggi di edilizia convenzionata. Ai piani terra, previsti spazi per associazioni (900 metri quadrati) e espositivi (altri 900 metri quadrati). Di 250 metri quadrati la Casa famiglia Cesarini, sull’ala che affianca via Pastrengo, all’angolo con via XX Settembre: due camere doppie e due singoli per sei posti complessivi. La corte interna, di 900 metri quadrati, diventerà spazio pubblico da attraversare e vivere, anche con appuntamenti all’aperto: vi si accederà non solo dall’attuale arco su via Palestro ma da due nuovi passaggi, su Corso Matteotti (per l’edificio ex scuola industriale e ora sede del circolo anarchico, che si sta trasferendo) e via Pastrengo. Su Corso Matteotti restano i mille metri quadrati utilizzati dalla scuola musicale Pergolesi e, alle spalle di questa, per il quarto lato della corte interna in programma ci sono i soli consolidamento e restauro.

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