Jesi-Fabriano

Jesi, movida fuori controllo. Il Comitato abitanti del centro storico punta il dito: «Amministrazione assente»

I residenti esasperati per gli schiamazzi e la sporcizia del fine settimana, lamentano di essere stati ignorati dal sindaco Bacci nella loro richiesta del tavolo di confronto

Jesi, assembramenti in piazza Spontini fotografati dai residenti del centro storico

JESI- «Un altro weekend di paura». Lo definiscono così i residenti del centro storico di Jesi, parlando del fine settimana appena trascorso, dove hanno assistito per l’ennesima volta ad assembramenti, schiamazzi, disturbo della quiete pubblica, atti osceni in strada e danneggiamenti delle proprietà private. Accade tutto tra le 23,30 e le 4 del mattino, quasi ogni sabato. E i residenti sono esasperati.

«Altre città come Ancona, Osimo e Macerata solo per citarne alcune – dicono i membri del Comitato abitanti del centro storico di Jesi – hanno preso provvedimenti con controlli programmati e multe. La situazione è degenerata da tempo, già prima dell’emergenza Covid, ma non è stata presa in considerazione seriamente dall’Amministrazione comunale perché considerata e giudicata solo una lamentela di poche persone: invece siamo in piena emergenza sociale».

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I residenti raccontano di essere costretti a presidiare le proprie abitazioni per preservarle da scorribande di giovani ubriachi e fuori controllo. «Questi soggetti usano il centro storico come fosse il paese dei balocchi – continuano – urla, schiamazzi, urine sui portoni e molto altro… Jesi manca totalmente della presenza della polizia municipale nelle ore più critiche, sebbene noi abitanti del centro storico abbiamo chiesto innumerevoli volte un controllo contro gli eccessi del sabato… Siamo anche in piena emergenza sanitaria, che sembra sottovalutata». Il Comitato ha chiesto più volte un tavolo di confronto con tutti i soggetti interessati, gli abitanti del centro storico, i gestori dei locali, la giunta comunale e le forze dell’ordine. «Ad oggi nessuna risposta – precisa il comitato – serve un intervento e un progetto globale che da tempo il Comitato chiede. Non si può lavorare a spot, ma occorre una programmazione seria che abbracci e confronti tutte le criticità. Crediamo che bisognerebbe fare squadra invece che rapportarsi privatamente con la possibilità anche di creare uno scontro, che noi non cerchiamo.

Vorremmo fare squadra con i gestori dei locali per trovare soluzioni condivise che portino risultati concreti per entrambe le parti; vorremmo che venissero presi provvedimenti seri e duraturi per contrastare l’immagine attuale che Jesi sta dando, cioè di una città senza regole e senza freni. Vorremmo che le forze dell’ordine presidiassero tutto il centro storico ogni sabato sera, non solo gli spazi antistanti i locali ma anche i vicoli. Chiediamo l’apertura serale/notturna dei bagni pubblici siti in piazza delle Monnighette. Inoltre – continuano i residenti – molti ragazzi ci dicono che a una certa ora è impossibile usufruire dei bagni dei locali, ciò comporta che i giovani usino la parte più nascosta (vicoli, scale, portoni..) per i loro bisogni fisiologici. Se si arriverà a una nuova chiusura per questa emergenza sanitaria sarà grazie anche a un’amministrazione assente come queste e a tutte le forze politiche che stanno sottovalutando il problema».

Un’immagine della movida jesina di sabato sera

Intanto sui social si moltiplicano le foto degli assembramenti nel centro storico nelle piazze della Repubblica, Spontini e all’Arco del Soccorso, dove si registra maggiore confusione da mezzanotte fino alle 3,30. «Ha vinto la movida della bevuta, teatri vuoti e piazze strapiene – concludono i residenti del Comitato Centro storico – mentre si va verso l’esodo dal centro cittadino, la gente in affitto se può cambia casa, come successo in via Pastorina».

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