Jesi-Fabriano

Jesi, maxi furto al Castello di Borgiani: ladri in fuga con oro e denaro per 20mila euro

In azione venerdì sera (3 febbraio) un commando di banditi che ha razziato e arrecato danni alla dimora storica. Il racconto dell’avvocato Joseph Borgiani e sua moglie Martina

Il castello di Borgiani

JESI – Un furto pianificato nei minimi dettagli è stato messo a segno ai danni del Castello di Borgiani, sulla strada provinciale Sp17 dell’Acquasanta. Un commando composto da cinque persone, tra cui una donna, è entrato in azione nella serata di venerdì (3 febbraio) dopo aver studiato la planimetria della dimora storica, il posizionamento degli allarmi e delle telecamere, ingressi principali e secondari. I banditi sono entrati in azione alle 20,40 subito dopo che l’avvocato Joseph Borgiani e sua moglie Martina erano usciti.

«È terribile pensare che ci tenessero d’occhio – racconta l’avvocato – vent’anni fa avevo subito un altro furto con modalità analoghe, è sempre uno choc». I banditi indossavano tute mimetiche, avevano arnesi da scasso. Hanno tagliato con una cesoia la rete della recinzione esterna per aprirsi un varco. Poi hanno bloccato il cancello automatico con un filo d’acciaio per evitare che si aprisse in caso di un rientro repentino dei residenti. Hanno tagliato i fili dell’allarme e divelto le telecamere esterne. «Hanno portato via proprio il blocchetto delle registrazioni – commenta ancora l’avvocato Borgiani – pensavano di farla franca. Ma oltre alle spycam esterne ce n’erano altre nascoste collegate al mio cellulare che hanno registrato l’assalto e che ora sono in mano agli investigatori».

Infatti dalle telecamere che si sono salvate dal raid, si vede nitidamente l’arrivo della banda che attraversa il cortile e si dirige verso la dimora storica. Hanno poi tagliato le spesse inferriate di una delle finestre servendosi di un frullino. Hanno agito indisturbati, approfittando del buio e della posizione isolata del castello che sorge in frazione Acquasanta, tra Jesi e San Marcello. Hanno razziato tutto quello che hanno potuto: non solo denaro contante («una busta con 2.500 euro che servivano per dei lavori in giardino») ma anche gioielli, la fede nuziale e l’anello di fidanzamento della moglie, i suoi gioielli e quelli antichi della madre dell’avvocato, oltre a un pugnale in oro ricordo del padre scomparso molti anni fa. Hanno anche forzato un armadietto blindato convinti che vi fosse un tesoretto, invece c’era custodita una pistola – regolarmente detenuta – che hanno abbandonato sul pavimento. Portato via anche un prezioso vaso Ming, due bottiglie magnum di pregiato champagne. Il bottino, raccolto dentro a un lenzuolo, supera i 20mila euro.

La devastazione in una delle stanze

«Che amarezza – dice la moglie dell’avvocato – non solo per le cose che ci hanno portato via, monili acquistati con sacrificio e altri ricordi di famiglia, ma anche per come abbiamo trovato la casa: hanno distrutto tutto. Che rabbia e che paura al nostro rientro… Ringraziamo le forze dell’ordine per lo straordinario lavoro di questa notte. Una notte terribile per noi». I banditi dopo aver arrecato molti danni alle stanze, sono poi fuggiti a campi. Il colpo è stato messo a segno in appena due ore. E sembra che la stessa notte altre due abitazioni in città siano state visitate. L’ipotesi dei Carabinieri della Compagnia di Jesi e degli agenti del Commissariato, intervenuti per i rilievi di legge, è che si tratti della stessa banda e che presumibilmente vi siano elementi di nazionalità albanese, a giudicare dall’accento che si sente nelle registrazioni audio fornite agli inquirenti. Dunque massima allerta in città e chiunque abbia notato movimenti strani di persone e mezzi in zona Acquasanta venerdì, lo segnali al 112.

Una delle finestre danneggiate

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