Jesi-Fabriano

Jesi, l’Istituto Gramsci restaura l’opera “Icona 1943” di Mario Sasso

L'incarico è stato conferito alla restauratrice Oriana Capitani. Sabato a Palazzo Pianetti la presentazione dell'opera

JESI – È l’opera che il grande maestro della videoarte, Mario Sasso, dedicò alle “Tute blù contro la guerra”. La sua opera “Icona 1943 – Le tute blu contro la guerra” si ispira a una foto di epoca fascista che ritrae gli operai di Sesto San Giovanni durante uno sciopero. Con l’aggiunta delle ciminiere sullo sfondo, la foto divenne il simbolo delle proteste operaie del marzo 1943, avvenute prima a Torino, alla Fiat, poi a Milano, inizialmente alla Falck Concordia. Oggi “Icona 1943” torna alla luce, grazie a un’importante opera di restauro finanziata dall’Istituto Gramsci Marche. Sabato 25 marzo alle ore 17 nella Galleria della Pinacoteca civica di Palazzo Pianetti, la presentazione dell’opera restaurata e del percorso dei lavori di restauro. Il quadro è stato rinvenuto in pessime condizioni nella Casa del Popolo di Jesi, dove era stato trasferito dalla sua sede originaria, i locali che ospitavano il Pci, in piazza Indipendenza. Considerato il grande valore dell’opera, l’Istituto Gramsci ha deciso di sottoporla a un’operazione di restauro affidando il lavoro all’Officina Capitani e alla restauratrice Oriana Capitani. A sostenere le spese del restauro ha contribuito anche la Fondazione Primo Maggio. 

La presentazione

La presentazione dell’opera, sabato 15 marzo alle 17 a Palazzo Pianetti. Aprirà i lavori l’assessore alla Cultura Luca Brecciaroli insieme alla responsabile dei Musei Civici Simona Cardinali. Seguiranno gli interventi della curatrice e critica d’arte Annalisa Filonzi e della restauratrice Oriana Capitani. Modera l’incontro il professor Agostino Amedoro per l’Istituto Gramsci Marche.

L’autore

Mario Sasso è considerato il pioniere della videoarte in Italia. Nato nel 1934 a Staffolo, Sasso è cresciuto a Jesi. Nel 1958 la sua prima collaborazione, come grafico, con la Rai. Due anni dopo firma la sua prima sigla televisiva per il programma “Non è mai troppo tardi” di Alberto Manzi. La sua indole di sperimentatore lo porta a far procedere parallelamente la ricerca pittorica, quella della progettazione grafica e quella legata alle nuove tecnologie. Dagli anni Ottanta mescola pittura e video dando vita ad un genere particolare di pittura elettronica in movimento. Vincitore del “Nika d’Oro” al Festival di Linz (nel 1990), nel 1995 il “Premio Lombardia” al Festival d’Arte Elettronica di Locarno e nel 1998 il prestigioso Premio Guggenheim grazie alla “Torre delle Trilogie”.
   

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