Jesi-Fabriano

Editoria libertaria e alternativa, a Jesi la rassegna LiberiLibri

Torna la tre giorni dedicata alla controcultura. Ad ospitarla il Centro studi Libertari Luigi Fabbri, ideatore e sostenitore della rassegna. Noi siamo andati a vedere come procedono i preparativi e abbiamo cercato di comprendere l'aria che ossigena questo evento

JESI- Mercoledì mattina, corso Matteotti, Jesi. Autunno quasi inverno. Arrivo in via Pastrengo 2, entro nel grande portone di legno. Il Centro Studi Libertari Luigi Fabbri. Ad aspettarmi Giordano, indaffarato. Andiamo a parlare nell’archivio, che fa un po’ meno freddo: una distesa di 16mila libri, uno di fianco all’altro. Un godimento che i feticisti dei libri comprenderanno. Sezioni, titoli, autori. Volumi in attesa di raggiungere il proprio posto negli scaffali.

«Sono volumi che provengono da vecchi circoli o da persone che ce li donano. Un giorno ci hanno lasciato un busta piena di libri fuori dal portone e ha iniziato a piovere. Sono ancora in lutto», ride Giordano. Una vera e propria biblioteca.

«Ma il pezzo forte è di qua». Entriamo in una stanza di mezzo, che conduce al salone, con scaffali pieni di volumi «da prendere o scambiare». «Un uomo è venuto per prendere dei libri e voleva sapere come fare per portarseli via, se doveva lasciare i suoi dati o iscriversi a qualcosa. Gli ho detto che erano gratuiti, che li poteva prendere e tenerseli a casa. È uscito senza prenderne nemmeno uno».

Mi guardo intorno. Sento il peso della storia, dell’impegno politico, sociale, della filosofia. Eppure Giordano saltella con le parole nel racconto di quello che è per lui il momento in cui ci troviamo a vivere e insiste nel costante raffronto con ciò che è stato. E proprio all’interno di questo caos socio-politico e umano in cui siamo immersi, mi parla di LiberiLibri. «È il 21esimo anno che organizziamo la rassegna. È un’occasione per noi di mostrare volumi rari riguardanti la controcultura, l’anarchia, le scienze sociali e politiche. Per chi viene di consultare e acquistare libri difficili da trovare».

Fervono i preparativi per venerdì 15, primo giorno di rassegna. Si sente e si vede nella confusione dell’ingresso in cui tavoli e sedie sono ancora da sistemare. “Editoria libertaria e alternativa in mostra”, ma anche incontri con gli autori. «È difficile scegliere di quali libri trattare durante la rassegna. Solitamente cerchiamo testi che trattano di tematiche di interesse politico e storico ma vicine all’attualità. Quest’anno ci sarà Paolo Morando, giornalista de Il Trentino, che parlerà del suo “Prima di Piazza Fontana. La prova generale“, edito per Laterza. È un racconto delle bombe fatte esplodere nella primavera e nell’estate del 1969 alla Fiera Campionaria di Milano e in alcuni treni. Una ricostruzione che rivela come il disegno stragista sia nato prima del 12 dicembre». Sabato 16 novembre l’autore sarà nel salone del Centro Studi Libertari per un confronto con i presenti, anche in vista del centenario della Strage di piazza Fontana.

Domenica 17 sarà invece Giorgio Sacchetti, storico e docente dell’Università di Padova, a parlare del campo di concentramento di Renicci d’Anghiari, in Toscana. Ad essere internati, durante il governo Badoglio, slavi e anarchici che non usufruirono dell’amnistia riservata ai prigionieri di guerra e ai confinati politici.

Dopo le presentazioni dei due testi, si continuerà con le cene sociali, momento fisso delle giornate organizzate dal Centro Studi per sostenere ed ampliare l’incontrarsi, il conoscersi, e la buona pratica dello stare insieme e parlare liberamente, all’interno di un luogo che Giordano descrive come «uno spazio in cui si pensa al cambiamento come a qualcosa di possibile. La storia che abbiamo alle spalle ce lo insegna».

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