Jesi-Fabriano

Jesi, incontro del Coc su Coronavirus. Ecco come la città si prepara all’emergenza

Il tavolo del centro Operativo comunale è stato presieduto dal sindaco Massimo Bacci. Hanno partecipato i responsabili degli uffici aperti al pubblico e anche il presidente del comitato locale della Croce Rossa

Per il Comune di Jesi un milione e 200 mila euro di mancati versamenti

JESI – Presieduto dal sindaco Massimo Bacci si è riunito questa mattina, lunedì 24 febbraio, il Centro Operativo Comunale allargato ai responsabili degli uffici aperti al pubblico e al presidente del comitato locale della Croce Rossa. Obiettivo: predisporre la piena operatività in caso di Coronavirus sul territorio.

«C’è ovvia preoccupazione – ha commentato il sindaco – che va affrontata con la massima serietà e il giusto equilibrio. Ci sono protocolli ben definiti dalle autorità nazionali e a quelli ci uniformeremo. In altre circostanze abbiamo dimostrato di essere in grado di fronteggiare le criticità. Certamente quella che temiamo sarà più difficile e per questo dobbiamo trovarci assolutamente pronti e preparati».

Il sindaco ha individuato nella Polizia locale, ed in particolare nella figura del Comandante, il soggetto che sarà il punto di riferimento di tutti gli uffici. A lui dovranno rivolgersi i vari responsabili per evidenziare criticità e problematiche operative. Fondamentale sarà il coordinamento, così da evitare sovrapposizioni o iniziative singole che possono creare confusione.

«Dall’incontro è emersa la consapevolezza che qualsiasi situazione di criticità andrà gestita così come previsto dalle misure straordinarie predisposte dal Governo e valide per tutto il territorio nazionale. A tal fine l’intera struttura comunale, in particolare coloro che saranno chiamati a gestire l’eventuale fase di criticità, sarà messa nelle condizioni di operare in assoluta sicurezza. Esaminati anche i casi estremi per capire come poter avere sotto controllo la situazione, specialmente per le persone che accedono a servizi pubblici di particolare sensibilità, come i vari centri di accoglienza», spiega in una nota l’ente.



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