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Jesi, incendio del Globo. Choc tra chi conosce l’arrestato: «Un ragazzo con problemi»

Il ragazzo responsabile dell'incendio al Globo si trova rinchiuso nel reparto di psichiatria dell'ospedale di Jesi in stato di arresto

L'incendio al Globo

JESI – «Non è un piromane vendicativo come qualcuno lo ha descritto, ma solo un ragazzo con dei problemi». Così viene descritto il 25enne di origini campane ma residente a Jesi arrestato giovedì sera dai Carabinieri della Compagnia di Jesi per aver appiccato un incendio a una vettura – che poi si scoprirà essere quella di suo padre – e aver provocato ingenti danni al megastore Globo Calzature. Il giovane, diplomato all’istituto alberghiero Panzini, fino a tre anni fa aveva lavorato come pizzaiolo presso la pizzeria “Bianca” che si trova proprio all’angolo vicino al Globo. Lì c’è stupore per quel gesto inconsulto che nessuno riesce a decifrare.

«Ha lavorato qui per tre anni – dice il titolare Cesare Tantucci – diceva cose strane a volte, ma era un lavoratore ineccepibile, sempre puntuale e in gamba. In tre anni è stato un ottimo collaboratore, poi si è licenziato ma avevamo mantenuto ottimi rapporti, tant’è che spesso veniva qui e gli offrivo la pizza. Non avrei mai pensato potesse fare una cosa simile, deve stare male…a volte diceva cose senza senso ma non ci davamo peso, prendendole come battute». E’ sconcertato Cesare Tantucci. Non capisce cosa gli sia frullato in testa giovedì. Ultimamente, sembra avesse manifestato problematiche di natura psichiatrica. «Sono Dio», diceva ogni tanto mentre lavorava ma nessuno ci badava, prendendolo più come un delirio di grandezza dal fatto che la sua stirata romana fosse apprezzata da tutti, una specialità che preparava da quando aveva 18 anni.

Il giorno prima dell’incendio si era recato in Campania presso dei parenti. Aveva detto che si sarebbe fermato a Roma: «vado a mangiare la pizza col Papa». E nella capitale aveva dato in escandescenze sbraitando per strada indignato perché in certe zone non c’era la raccolta differenziata dei rifiuti. Era stato controllato e perquisito dai carabinieri che poi lo avevano rilasciato. Giovedì alle 15, una capatina da “Bianca” per un saluto. Aveva detto con fare interrogativo: «chissà se al Globo la fanno la differenziata?» poi era andato via. Ed era tornato in serata, verso le 23, aveva fermato la Fiat Punto del padre proprio a ridosso della vetrina del Globo, aveva messo sul tettino coperte e panni acquistati nel pomeriggio sempre lì e poi ha appiccato le fiamme. E’ rimasto a fissare il rogo per qualche istante, poi, cellulare alla mano lo ha filmato. Poi s’è allontanato. E quando i Carabinieri lo hanno raggiunto, nei pressi della Stazione ferroviaria e gli hanno chiesto cosa avesse combinato – erano risaliti a lui dalla targa della macchina – dapprima è apparso confuso, poi una volta condotto alla caserma di corso Matteotti ha ricordato tutto. Ha ammesso di aver bruciato l’auto e pure di averlo filmato, mostrandolo ai militari.

Nei suoi confronti è scattato l’arresto per l’incendio doloso ed è stato rinchiuso nel reparto di Psichiatria dell’ospedale di Jesi. Intanto al Globo si lavora alacremente per ripristinare l’attività, ma il rogo ha compromesso il solaio e la facciata anteriore, provocando danni anche alla merce visto che si sono attivati i dispositivi antincendio. Ci vorrà almeno un’altra settimana prima che il megastore possa tornare operativo. Danni comunque ingentissimi e ancora da quantificare.

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