Jesi-Fabriano

Jesi, il “grande fratello” approda anche nei parchi ma l’opposizione è scettica

Il sindaco Massimo Bacci ha annunciato la firma del patto per la sicurezza e il progetto da 900 mila euro per installare nuove telecamere di videosorveglianza in città. Jesi in Comune: «Ma non si diceva che mancano i soldi?»

Porta Valle, immagine d'archivio

JESI – Nuove telecamere in arrivo agli accessi della città, a San Giuseppe, al Boario e al parco del Vallato. Forse anche ai giardini pubblici di viale Cavallotti. Questo almeno è il progetto presentato al Governo dall’amministrazione comunale per ampliare l’occhio elettronico in città. A darne l’annuncio è stato il sindaco Massimo Bacci, ma c’è chi storce il naso.

«Abbiamo aderito ad un patto per la sicurezza con la Prefettura che ci ha permesso di presentare un progetto da 900 mila euro per installare telecamere in zone strategiche condivise con le forze dell’ordine – evidenzia il sindaco Bacci -. Qualora venga ammesso a contributo, il progetto consentirà di ampliare la videosorveglianza a tutti gli accessi alla città, al quartiere San Giuseppe, all’area del Boario e al Parco del Vallato. Laddove le telecamere sono già presenti da alcuni anni, da Porta Valle alla stazione ferroviaria, non si sono registrati più fatti criminosi se non in un caso, subito risolto dai carabinieri grazie proprio all’acquisizione delle immagini. Restiamo convinti che la videosorveglianza sia un ottimo deterrente e uno strumento in più per aumentare la percezione di sicurezza tra i cittadini. Riuscire a realizzare tali interventi con fondi statali, per altro, consente di liberare risorse comunali per gli altri importanti lavori su manutenzioni e arredo urbano».

«La sorveglianza incide sul contrasto dei reati, e ciò è bene, ma non sulle cause – è la replica di Samuele Animali di Jesi in Comune -. Non può essere un’alternativa alle politiche sociali. Piuttosto va sottolineato, a differenza di quanto sembra affermare il sindaco, che il Comune va a spendere altri 315.000 euro cui si aggiungeranno i costi di manutenzione (risorse comunque sottratte a qualcosa altro) e che non vi sono studi obiettivi a dimostrare l’efficacia delle telecamere già installate. La videosorveglianza serve dunque soprattutto per accontentare l’opinione pubblica. Ma non si diceva che “non ci sono i soldi”?».

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