Jesi-Fabriano

Jesi, il cinema indipendente diventa realtà

Al Piccolo di San Giuseppe la proiezione a prezzi popolari di un film di Aki Kaurismäki, "L'altro volto della speranza". Il merito di aver aperto questa finestra sul cinema va al collettivo "Una rassegna cinematografica"

JESI – Un film finlandese recentissimo per offrire alla città un cinema diverso dai canali tradizionali. La proiezione domenica 29 ottobre alle 21.30 al Piccolo di San Giuseppe.

“L’altro volto della speranza” un film di Aki Kaurismäki sarà proiettato in versione originale con sottotitoli in italiano, preceduto e seguito da presentazione e dibattito. Ad aver organizzato la serata, che non è la prima del genere, è stato il collettivo “Una rassegna cinematografica”.

Cosa è una rassegna cinematografica e che scopo ha?
«Una Rassegna Cinematografica nasce nel 2016 con lo scopo di riportare il cinema indipendente a Jesi – spiega Perla Sardella che insieme a Jacopo Favi, Valentina Fulvio compongono il gruppo – La necessità è quella di proporre una finestra cinematografica che si apra su un panorama diverso da quello tristemente grigio al quale ci hanno abituato le multisala negli ultimi dieci/quindici anni. Jesi, come tutte le cittadine lontane da grandi centri culturali, si è mano a mano disinnamorata del cinema a causa di un’offerta a senso unico e particolarmente scadente. Fortemente convinti che le fortune di un Paese da tempo immemore in ginocchio, passino anche e soprattutto da quella che viene definita periferia culturale, vogliamo presentare un progetto di “cinema diverso” per recuperare una pluralità di offerta, di luoghi e di pensiero, proprio là dove tutti ormai danno per morta la curiosità cinematografica. Ad oggi noi tre siamo sostenuti dall’Associazione Culturale Musicale Agrosound».

Quali altre proiezioni avete fatto a Jesi e quando? Con quali risultati?
«Abbiamo iniziato a gennaio 2016, sostenuti dal Teatro Il Piccolo a San Giuseppe, con la rassegna “Italia Straniera” in cui abbiamo presentato quattro film di autori italiani, recenti e meno recenti, che non hanno avuto particolare attenzione dalle sale cinematografiche italiane. In quell’occasione sono venuti anche i due documentaristi Massimo D’Anolfi e Martina Parenti a presentare il loro film “Il castello”. Siamo partiti spaventati, certi che avremmo riempito al massimo metà sala, è stato incredibile vedere la risposta del pubblico: due spettacoli sold out, per uno addirittura abbiamo dovuto mandare via gente, e altri due con oltre 80 partecipanti. Da quel momento abbiamo capito che non era solamente un nostro capriccio, ma davvero una necessità per tanti avere una sala d’essai a Jesi, sia che questa fosse rappresentata dal nostro collettivo “Una Rassegna Cinematografica”, sia da altri. Ma si sa, quando si deve chiedere un sostegno economico è sempre difficile trovare interlocutori. Fortunatamente Il Piccolo ci ha continuato a sostenere per un’altra rassegna, visto il successo della prima. Abbiamo quindi presentato in anteprima regionale la trilogia del portoghese Miguel Gomes “Le mille e una notte”, che tratta in tre film molto complessi e diversi tra loro la crisi in Portogallo. E anche per questa il pubblico è stato straordinario».

Perché vi siete fermati?
«Facile indovinare perchè: non avevamo fondi. Ora invece speriamo di ripartire».

Ripartire con il film di domenica?
«Sì, presenteremo sempre al Teatro Il Piccolo, all’interno del programma di Chromeasis il film di Aki Kaurismaki “L’altro volto della speranza”, vincitore della miglior regia al passato Festival di Berlino. È un film che si focalizza su un tema molto delicato, e anche molto trattato, come quello delle migrazioni, ma lo fa in un modo unico. Kaurismaki è finlandese, ed è conosciuto per il suo stile inconfondibile che mescola comicità e serietà e per schierarsi dalla parte dei più deboli, sempre, ma senza essere retorico. Proietteremo in lingua originale, quindi in finalndese con sottotitoli, come abbiamo sempre fatto, perché per noi è essenziale vedere un film nella lingua in cui è stato pensato, scritto e recitato».

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