Jesi-Fabriano

Jesi, i piccioni costano 26mila

Censimento e controllo della popolazione dei colombi, possibili portatori di malattie trasmissibili all'uomo, richiede l'esborso annuo di una cifra considerevole. Ecco quando possono essere abbattuti

JESI – Ventisemila mila euro annui. A tanto ammontano i costi del progetto di censimento e controllo dei piccioni in territorio urbano. La Giunta comunale, in ottemperanza alla normativa vigente, ha approvato qualche giorno fa il nuovo piano 2018-2020, indicando tutte le voci di spesa e le azioni da compiere al fine di evitare problemi alla salute pubblica e danni al patrimonio artistico-architettonico della città.

Si parte dalla stima del numero dei colombi, fondamentale per poter dare il via libera all’eventuale abbattimento dei volatili in esubero. Tale censimento viene realizzato in più fasi, seguendo le indicazioni dell’Ispra (Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale). Se la popolazione dei piccioni è inferiore alla soglia dei 350 capi per kmq non si può far nulla, ad eccezione di catture diagnostiche – previa autorizzazione Asur – per verificare se tra di essi vi sono portatori di malattie trasmissibili all’uomo. Discorso diverso se il valore limite di 350 capi per kmq viene oltrepassato: in questo caso – sempre a seguito di parere positivo dell’Ispra – i colombi possono essere abbattuti.

Quest’anno si è già provveduto a effettuare il censimento. In data 12 giugno, l’amministrazione Bacci ha affidato alla municipalizzata Jesiservizi tale compito, che ha evidenziato «che con l’attuazione del progetto di controllo del colombo di città la popolazione si è ridotta sensibilmente seppure la pressione risulta ancora ben al di sopra dei limiti consigliati». L’aumento degli esemplari, infatti, specifica sempre il Comune, «costituisce un possibile pericolo di carattere igienico sanitario dovuto al fatto che i suddetti animali sono serbatoio di parassiti, vettori di malattie infettive che potrebbero essere trasmesse all’uomo e agli animali domestici. Sul territorio comunale, inoltre l’aumento della popolazione del piccione ha già reso difficilmente gestibile il rapporto uomo/piccione e che costituisce un pericolo di carattere igienico sanitario oltre che essere fonte di danno al patrimonio artistico-monumentale».

Qualche anno fa, un’associazione animalista ha addirittura denunciato il responsabile municipale del procedimento a seguito del via libera all’abbattimento dei piccioni.

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