Jesi-Fabriano

Jesi, Giornata delle Forze armate e dell’Unità nazionale, il sindaco: «La vera unità si è vista durante l’alluvione»

Toccante la cerimonia scandita da diversi momenti celebrativi, fino alla deposizione della corona d'alloro nell'atrio comunale

Un momento delle celebrazioni ai giardini pubblici di Jesi

JESI – Un bel sole ha benedetto questa mattina le celebrazioni per la Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate, scandita da momenti istituzionali, liturgici e di riflessione. Dopo la deposizione della corona d’alloro al Famedio al Cimitero monumentale, il saluto del sindaco Lorenzo Fiordelmondo e dei presidenti delle associazi0ni Combattentistiche e d’Arma, delle famiglie dei caduti e dei dispersi di guerra al Comandante della Compagnia carabinieri di Jesi capitano Elpidio Balsamo presso la caserma di Corso Matteotti. Hanno preso parte all’incontro il dirigente del Commissariato di Jesi dottor Mario Sica, il comandante della Compagnia Guardia di finanza di Jesi capitano Gianmarco Di Deodato, il comandante della polizia locale Capitano Filippo Peroni, il capodistaccamento dei Vigili del fuoco Bruno Palmieri.
Poi, appuntamento con la cittadinanza ai giardini pubblici di viale Cavallotti per la santa messa al campo in suffragio dei caduti, presso il Monumento dei giardini. Particolarmente sentita la cerimonia – officiata da padre Matteo Palumbo del Santuario Madonna delle Grazie insieme a Marco D’Aurizio, diacono e presidente della Caritas – durante la quale si è sottolineato il valore della memoria come un tesoro da custodire e dell’unità, come fine ultimo di tutte le popolazioni e di tutte le persone.

«Ora nel mondo ci sono 52 guerre – dice padre Matteo Palumbo – l’unità, la coesione su un fronte di pace, rappresenta la sfida morale più alta della storia, poiché senza pace non ci sarà futuro». Sono stati ricordati i 600.000 giovani italiani che hanno perso la vita nella prima guerra mondiale, si è dato risalto al lavoro quotidiano delle forze armate impegnate nella difesa dei principi democratici e del bene comune. E si è rivolto un pensiero commosso al Milite Ignoto, di cui ricorrono i 101 anni dalla tumulazione nel sacello dell’Altare della Patria. Il corteo ha poi sfilato lungo corso Matteotti, dall’arco Clementino fino all’atrio comunale per la deposizione della corona d’alloro. Nella casa comunale, il saluto del sindaco Lorenzo Fiordelmondo il quale ha ricordato che «nel grave momento dell’alluvione che ha colpito le Marche si è vista la vera unità. Generazioni diverse, forze dell’ordine, istituzioni, associazioni e cittadini insieme non per ricostruire qualcosa che si era rotto ma per impegnarsi a tornare alla vita in un territorio martoriato. L’unità – sottolinea ancora – è la misura di tutte le molteplicità che la compongono. Noi tutti ci ritroviamo nella Carta Costituzionale che definisce la nostra identità e la nostra forza di cittadini, ci ritroviamo nella pace, valore fondamentale del nostro vivere civile, nella solidarietà, come accaduto nella recente alluvione, tutti uniti per un obiettivo comune, nella memoria storica che segna il nostro cammino».

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