Jesi-Fabriano

Jesi entra nell’Anagrafe nazionale della popolazione residente

Ad oggi sono circa 1500 i Comuni italiani che hanno accesso alla banca dati, a partire da quelli di maggiore dimensione. Ecco come funziona e a cosa serve

Atrio del comune di Jesi
Atrio del comune di Jesi

JESI – Jesi, prima città della provincia (a cui si sono unite poi anche Chiaravalle e Poggio San Marcello), è entrata nell’Anagrafe nazionale della popolazione residente, una sorta di banca dati unica che semplifica il servizio sia per la pubblica amministrazione che per il cittadino. Sei si è residenti di Jesi ma ci si trova in un’altra città e se si ha bisogno di uno stato di famiglia o di residenza, sarà sufficiente recarsi all’anagrafe di quel Comune e farsi rilasciare il relativo certificato.

Ad oggi sono circa 1500 i Comuni italiani che hanno accesso alla banca dati, a partire ovviamente da quelli di maggiore dimensione. Presto sarà questa l’unica fonte dove confluiranno tutte le anagrafi, consentendo ai Comuni di svolgere i servizi, di consultare o estrarre dati, monitorare attività, effettuare statistiche, diventando l’unico punto di riferimento per l’intera pubblica amministrazione e per tutti coloro che sono legalmente interessati a tali dati, in particolare i gestori di pubblici servizi.

Di conseguenza, anche un cittadino residente in un Comune che ha aderito all’Anagrafe Nazionale potrà beneficiare del medesimo servizio rivolgendosi ai Servizi demografici di Jesi.

«Ad oggi – spiegano dall’Anagrafe Nazionale – le nostre identità sono disperse in ottomila anagrafi comunali. Dobbiamo portarle in una sola anagrafe, guadagnando in efficienza e risparmiando soldi e energia. Questo perché il cittadino non debba più preoccuparsi di comunicare a ogni ufficio della pubblica amministrazione i suoi dati anagrafici o il cambio di residenza, per semplificare le procedure di variazione e uniformarle a livello nazionale, perché sia possibile ottenere certificati senza più bisogno di recarsi allo sportello. Un passo essenziale nell’agenda digitale per rendere possibili successive innovazioni, poiché avere un database a livello nazionale permetterà di superare il modello dell’autocertificazione accorciando e automatizzando tutte le procedure relative ai dati anagrafici».

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