Jesi-Fabriano

Jesi, due positivi su 1.500 dallo screening sulla scuola. «È servito a preservare classi e famiglie»

Il commento di bilancio della dottoressa Antonella Bonucci, primaria di pediatria all’ospedale Carlo Urbani. «I casi individuati, completamente asintomatici, avrebbero potuto creare ben altre problematiche»

Lo screening sulle scuole al PalaTriccoli

JESI – «Una operazione importante: i due casi individuati, di soggetti completamente asintomatici, avrebbero potuto creare ben altre problematiche, estendendo il contagio a scuola e in famiglia». È il giudizio della dottoressa Antonella Bonucci, primaria di pediatria all’ospedale Carlo Urbani, a bilancio dello screening, gratuito e su base volontaria, sugli iscritti alle scuole primarie e secondarie di primo grado jesine, svoltosi nel giorno di Pasquetta e martedì scorso.

Dopo gli ultimi tamponi molecolari di verifica eseguiti ieri, si sono ridotti a due i casi di positività emersi su circa 1.500 giovanissimi sottoposti al test e dopo che inizialmente i test antigenici rapidi avevano evidenziato ben 80 sospetti di contagio, poi quasi tutti smentiti dopo l’allarme suscitato, non senza polemiche, nelle famiglie in particolare riguardanti alcune classi.

Spiega la dottoressa Bonucci a proposito dei due positivi rintracciati: «Si è avuta la possibilità di salvaguardare le loro classi di appartenenza, i loro familiari e non solo, dato che in uno dei casi avrebbero potuto essere coinvolti dei conviventi che lavorano al pubblico. Una iniziativa, quella dello screening, che ritengo sia stata assolutamente lodevole, frutto di un ottimo gioco di squadra».

Lo screening sulle scuole al PalaTriccoli

Erano 2.874 alunne e alunni dei comprensivi jesini potenzialmente interessati. Quanto alla discrepanza fra risposte del test antigenico e quelle al molecolare, l’amministrazione aveva spiegato: «Sul motivo per cui vi sia stata una così rilevante differenza alla controprova molecolare, gli stessi pediatri sono univoci nello spiegare che è talmente sottile il confine tra positività e negatività nel test rapido sui più piccoli che può inficiare la concordanza con il molecolare. Fatto questo che – come ribadito da medici e operatori sanitari – non mette in alcun modo in discussione la grande validità dell’iniziativa che ha visto schierati insieme, in un’ottima rete, Comune, Asur, Croce Rossa, volontari della Caritas e dello Iom, Associazione Carabinieri in Congedo».

In città ad oggi risultano essere 259 i positivi accertati e 473 le persone in isolamento (fra queste sono ricompresi i primi). Numeri ancora in calo rispetto alla drammaticità del dato di un mese fa: il picco massimo il 14 marzo con 540 persone positive e 1081 in quarantena. Una situazione che sin dall’ultima decina del febbraio precedente aveva convinto il sindaco Massimo Bacci ad anticipare, rispetto al resto del territorio provinciale, la zona arancione a Jesi e la sospensione dell’attività scolastica in presenza per i più grandi.

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