Jesi-Fabriano

Jesi, stretta sui decibel e occhio al decoro: le nuove regole per la movida – VIDEO

Il regolamento comunale per locali e bar seppur compreso nelle intenzioni, crea una certa difficoltà agli operatori. Li abbiamo intervistati, ecco cosa ci hanno detto

Edoardo Rossi co-titolare di "Corso Piccolo Caffè" di Jesi

JESI – Chiusura di bar, pub, ristoranti alle 2, con divieto di vendita di alcolici da asporto già dopo l’una di notte. Vietato l’accesso ai dehors dopo la chiusura del locale. E poi attenzione alla pulizia e al decoro degli spazi, alla musica non troppo alta e ai comportamenti dei clienti: pena la sospensione o la revoca dell’autorizzazione all’occupazione di suolo pubblico. La giunta comunale ha definito le nuove misure per prevenire gli assembramenti e garantire al contempo, il decoro delle vie e delle piazze pubbliche specie nei weekend e la sera, quando in centro si accende la movida. Oggetto del contendere con i residenti della zona, riuniti in comitato, il comportamento incivile di tanti clienti che approfittano del weekend per concedersi eccessi e sregolatezza, rendendo invivibile il centro storico.

Questo ha imposto una seria riflessione e, di conseguenza, l’applicazione di rigide norme di comportamento che però sono i gestori dei locali pubblici a dover osservare e della cui infrazione eventualmente pagheranno le conseguenze. Ma in un momento di crisi economica come questa che si innesta nel post-Covid, il regolamento comunale aiuta davvero chi lavora e chi ha investito nella propria attività per assicurare un servizio alla cittadinanza?

Federico Morosetti titolare de “La Picca” di Jesi

Tra gli esercenti del centro c’è comprensione della situazione attuale e dell’esigenza di tutelare le persone da possibili assembramenti o contagi, ma certamente le normative di questo nuovo regolamento non aiutano la categoria che invece avrebbe bisogno di lavorare. E l’auspicio è che si tratti di «un provvedimento temporaneo dettato solo dalla contingenza del Covid», incrociano le dita gli operatori del settore.

In base al regolamento, i titolari degli esercizi pubblici dovranno mantenere il costante decoro degli arredi esterni, anche in connessione alla tutela del patrimonio culturale. Dovrà essere inoltre garantita la pulizia degli spazi prospicienti l’esercizio di somministrazione di alimenti e bevande. Dopo la chiusura del bar, del pub o del ristorante, è vietato mantenere sul suolo pubblico tavoli, sedie e gli altri elementi impiegati per l’occupazione straordinaria. Sempre dopo l’orario di chiusura, inoltre, deve essere impedito l’accesso anche ai dehors fissi autorizzati.

Lorenzo Rosini co-titolare di “Corso Piccolo Caffè” di Jesi

Tra le decisioni assunte dalla Giunta anche quella di autorizzare gli uffici competenti a disporre la sospensione o la revoca dell’autorizzazione all’occupazione nel caso di segnalate o riscontrate situazioni di abbandono di rifiuti, schiamazzi, rumori molesti, musica ad alto volume, nonché comportamenti non consoni alla civile convivenza. Nei giorni scorsi la Polizia locale ha già applicato severe sanzioni a un locale per la musica troppo alta: la segnalazione era scattata dai residenti. Ma nel marasma di pretese da una parte e di diligenza nell’adeguamento ai regolamenti dall’altra (nonostante le difficoltà), c’è anche chi lancia una bella idea per trasformare la situazione in una opportunità di rilancio turistico per la città. Il progetto vedrà coinvolti tutti gli esercizi pubblici di somministrazione bevande e alimenti del centro.

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