Jesi-Fabriano

Jesi, il Collettivo Transfemminista con le Mujeres Indigenas in piazza contro il Terricidio

L'appuntamento sarà un'occasione di dialogo e di protesta, e si svolgerà in piazza Pergolesi domni 22 maggio, in concomitanza con l'arrivo delle donne indigene argentine a Buenos Aires, dopo ben 3 mesi di marcia contro il Terricidio

Il Collettivo Transfemminista Jesi in piazza contro il Terricidio

JESI- «In connessione con la rete internazionale delle Feministas Transfronterizas ci mettiamo in cammino con le sorelle argentine perché il terricidio, frutto del sistema di sfruttamento capitalista e patriarcale, agisce in ogni angolo del pianeta, e in ogni angolo del pianeta determina disparità, oppressione e violenza».

È questo lo spirito con cui il Collettivo Transfemminista Jesi ha organizzato un incontro in piazza Pergolesi (piazza delle Grazie, ndr) domani, 22 maggio. Alle 18:30, le attiviste porteranno a Jesi il messaggio del movimento de Las Mujeres Indigenas por el buen vivir. Sarà un momento di dialogo e di confronto, ma anche di protesta, che coinciderà con l’arrivo delle donne indigene argentine a Buenos Aires, dopo una marcia di tre mesi per chiedere al Governo il riconoscimento del Terricidio come reato contro l’umanità. Nella stessa giornata, sono tantissime le città italiane che hanno deciso di sostenere la lotta delle donne indigene attraverso azioni o piccoli presidi.

Che cosa è il Terricidio

Lo scorso 14 marzo è iniziata in Argentina la marcia basta de terricidio del Movimento Las Mujeres Indigenas por el buen vivir. Nato nel 2013, raduna donne indigene che hanno iniziato a viaggiare per il paese per condividere l’idea e la costruzione di quello che è oggi il movimento e formalizzatosi nel 2015 come “Marcha de mujeres originarias por el buen vivir”, che oggi riunisce donne di 36 nazioni indigene. Delegazioni di ciascuna di queste nazioni sono partite dai loro territori e stanno camminando per incontrare altre realtà in lotta e fare opera di sensibilizzazione durante le tappe della marcia che le porterà ad arrivare proprio domani, 22 maggio, a Buenos Aires. Qui busseranno alle porte del governo argentino chiedendo che il Terricidio venga riconosciuto come crimine contro la natura e l’umanità, e che come tale sia giudicato e condannato. Il Terricidio si declina come Genocidio, sterminio delle comunità native, Ecocidio, distruzione degli ecosistemi tangibili e degli ecosistemi percettibili da parte del capitalismo estrattivo, Epistemicidio, eliminazione da parte dei popoli colonizzatori della cultura, delle conoscenze e dei saperi delle comunità indigene e Femminicidio, violenza di genere sistemica a cui le donne sono sottoposte dal sistema patriarcale, inteso anche come Transcidio.

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