Jesi-Fabriano

Jesi, chiesa di San Marco: il punto sulla raccolta fondi per il restauro

Raggiunti quasi 9mila euro, 61 i benefattori che hanno deciso fino ad oggi di contribuire ma la campagna per un progetto di restauro del gioiello medievale prosegue

La chiesa di San Marco a Jesi

JESI – «Sono una sessantina, precisamente 61, i benefattori e le benefattrici che hanno dato il proprio contributo per a progettazione del restauro della monumentale chiesa di San Marco. Il totale raccolto sino ad ora è di 8.995 euro». A comunicarlo è il Comune di Jesi.

«La raccolta fondi per la progettazione del restauro della chiesa – spiega piazza Indipendenza – viene costantemente aggiornata sul sito del Comune di Jesi. La chiesa di San Marco è un gioiello artistico e storico della città di Jesi. Ciascuno può dare un contributo utilizzando la modalità del bonifico, conto di tesoreria presso la Banca Intesa San Paolo IBAN: IT 96 O 03069 21203 100000046003 specificando la causale “Contributo progettazione restauro chiesa San Marco”».

San Marco è uno scrigno che la tradizione vorrebbe donato direttamente a San Francesco in un suo passaggio in città: lo avrebbero fatto i Benedettini, nel 1218. La chiesa conserva affreschi trecenteschi, ricondotti a Giuliano e Giovanni da Rimini e ad artisti di ambito fabrianese. Ai piedi della Crocifissione, spicca fra le figure anche una rappresentazione di Dante Alighieri pressoché coeva del Sommo Poeta.

«Un simbolo dove si mescolano identità cattolica e di comunità della città» ha detto il sindaco Lorenzo Fiordelmondo. «Un bene dal valore non solo religioso ma anche sociale» per il vescovo don Gerardo Rocconi.

Le ultime manutenzioni su San Marco hanno riguardato la ripulitura del paramento murario esterno e il restauro del manto di copertura e vennero effettuate, a cura del Comune, in occasione del Giubileo del 2000. Trascorso tutto questo tempo, «l’edificio religioso necessita di nuovi e importanti interventi manutentivi, a salvaguardia della struttura e dell’apparato pittorico» spiegano dal Comune. In ballo, secondo quanto spiegato dai tecnici comunali, elementi caduti a seguito delle scosse sismiche del novembre 2022 e da allora conservati dalle Carmelitane del vicino convento. Infiltrazioni che hanno lasciato «segni importanti». E poi una umidità di risalita «mai risolta e di cui approfondire le cause», che ha provocato danni agli affreschi, e la necessità di una manutenzione ordinaria del sistema di raccolta delle acque sul tetto.

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