Jesi-Fabriano

Jesi, cemento e fioriere contro gli attentati, «e contro il decoro»

Il Comune, su richiesta del Commissariato di Polizia, ha installato barriere fisiche a delimitazione di Corso Matteotti. Ma Samuele Animali (Jesi in Comune) storce il naso: «Si poteva fare diversamente, curando anche l'estetica»

I blocchi di cemento lungo corso Matteotti a Jesi

JESI – Due fioriere e quattro blocchi di cemento in centro storico per impedire eventuali attentati. Da qualche giorno, la Polizia Locale – su richiesta del Commissariato di Polizia – ha disposto l’installazione delle cosiddette “barriere anticarro” all’inizio dell‘isola pedonale di Corso Matteotti e in via Mazzini. Provvedimenti necessari, si spiega, «a creare un impedimento fisico al transito, ad alta velocità» nella zona più gettonata per il passeggio, dunque a rischio attentati. Ma c’è chi storce il naso.

I blocchi di cemento lungo il Corso di Jesi

«In altre città – osserva Samuele Animali, leader del movimento d’opposizione Jesi in Comune – sono state fatte operazioni diverse, installando fioriere, ostacoli a scomparsa o veri e propri elementi architettonici. Dove si è voluto risparmiare, o dove c’era la necessità di provvedere in fretta (ma ci si poteva pensare per tempo senza aspettare l’ultimo momento), si è cercato di mitigare l’impatto visivo mascherando gli ostacoli (anche con soluzioni a tema natalizio) o anche semplicemente trasformandoli in fondali per murales. Ho visto anche delle reazioni in senso opposto, per cui vorrei sgombrare il campo da due equivoci, più un altro. Mi rendo conto che l’autorità di pubblica sicurezza richiede provvedimenti di questo tipo. Ma ciò non toglie che vi sia modo e modo di attuarli, garantendo sicurezza e rispetto della legge».

Fioriere in via Mazzini
Fioriere in via Mazzini

Non finisce qui. «Ci sono soluzioni belle e costose – evidenzia sempre l’oppositore -, ma se come al solito la preoccupazione dell’amministrazione fosse spendere poco, si poteva e si può rimediare praticamente con niente. Altrove hanno trasformato i cubi di cemento in pacchi natalizi rivestendoli di carta. Oppure semplicemente ci hanno fatto sopra disegni e scritte. Se non si vuole incaricare un artista, si può fare un invito ai ragazzi delle scuole, come ha suggerito qualcuno. Terzo punto, quello più politico. Occuparsi del decoro e dell’estetica non è affatto “una cavolata”, e utilizzo volutamente un altro termine rispetto a quello usato, come ha commentato qualcuno in vena di benaltrismo. A parte l’impatto che può avere sulle attività commerciali in periodo natalizio, già in campagna elettorale parlando con esperti del settore mi è stato fatto notare che il corso di Jesi, e più in generale il centro storico, rende un quadro complessivo di sciatteria rispetto ad altre città anche vicine, e nonostante la bellezza del lascito architettonico che ci troviamo a gestire».

Qualche anno fa, a delimitazione dell’isola pedonale, era stato introdotto un cancello che tanto aveva fatto discutere.

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