Jesi-Fabriano

Jesi: e se la casa famiglia Cesarini finisse al San Martino?

L'ipotesi sarebbe sul piatto dopo lo stop della Soprintendenza ai lavori di recupero sull'ex Giuseppine che coinvolgono la chiesa di San Nicolò. Il complesso fra Corso Matteotti e piazza Oberdan oggetto di un piano di recupero con fondi Pnrr

Il complesso San Martino

JESI – Potrebbe essere “dirottata” sul complesso San Martino da recuperare coi fondi del Pnrr la casa famiglia per persone con disabilità legata all’eredità Cesarini e di cui era prevista la realizzazione nell’ambito invece della riqualificazione dell’ex convento Giuseppine, attualmente stoppata dalla Soprintendenza. L’amministrazione comunale al momento non conferma né smentisce ma proprio l’ipotesi San Martino sarebbe al vaglio.  

Il complesso San Martino

Il San Martino, incastonato fra Corso Matteotti, piazza Oberdan e via XX Settembre, è oggetto di un progetto di riqualificazione a fini residenziali e socio-culturali, destinatario di risorse Pnrr per 3,5 milioni. Daniela Cesarini, al momento di scegliere il suicidio assistito nel 2013, designò il Comune di Jesi suo erede universale col vincolo di realizzare coi suoi beni una «casa famiglia pubblica, preferibilmente vicino al centro storico, per disabili soli o con famiglie che non riescono più ad assisterli nel proprio domicilio». L’amministrazione Bacci aveva inizialmente pensato ai locali del convento delle Clarisse a San Marco, poi aveva scelto le Giuseppine, di cui ha acquistato con parte del fondo Cesarini, per 180 mila euro circa, il piano terra.

E così alle Giuseppine dovevano sorgere al piano terra la casa famiglia Cesarini e abitazioni ai piani superiori. Scelta anche criticata da alcune associazioni di volontariato e, nell’attuale maggioranza, da Jesi in Comune, all’epoca della decisione all’opposizione.

Attualmente però i lavori sulle Giuseppine sono parzialmente bloccati, per quel che riguarda la parte che coinvolge l’adiacente San Nicolò, lì dove i muri dei due edifici, prima dell’intervento, si toccavano. Il Tar ha detto no anche alla seconda richiesta di sospensiva che la ditta che sta intervenendo sul complesso di Piazza Pergolesi aveva avanzato contro lo stop al cantiere disposto dalla Soprintendenza lo scorso maggio. Per discutere del merito il tribunale amministrativo ha dato appuntamento al 20 settembre del prossimo anno. L’ente di tutela ha dato indicazione che i due edifici risultino alla fine dell’intervento in atto distanziati, con arretramento di 1,60 metri della nuova costruzione dalla chiesa e predisposizione di un progetto per il restauro del lato della stessa interessato dai lavori di ristrutturazione del vecchio edificio. Il che comporta di dover modificare il precedente progetto.

«Su San Nicolò e Giuseppine – ha detto il sindaco Lorenzo Fiordelmondo nell’ultimo Consiglio – siamo al lavoro per una soluzione di compromesso che possa restituire alla città quello spazio. Un paio le opzioni».

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