Jesi-Fabriano

Aumento tassa rifiuti, i dubbi di Jesi in Comune

Incremento della seconda rata della Tari, Samuele Animali manifesta perplessità sulle motivazioni addotte dall'amministrazione

Raccolta differenziata rifiuti

JESI – Aumento della tassa rifiuti, Jesi in Comune manifesta perplessità. Lieve incremento della seconda rata della Tari: a comunicarlo è l’amministrazione, spiegando che ciò è legato alla nuova modalità di calcolo imposta dall’Arera, l’Autorità nazionale di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente.

«Il tributo aumenta perché aumentano i costi comunque, e non viene spiegato il motivo – evidenzia Samuele Animali -. Aumento delle tariffe del conferimento? In realtà non si parla di aumenti, ma solo di tariffe elevate, di mancati risparmi. Oppure dipende da investimenti che sono stati fatti? O da un’aumentata qualità del servizio, peraltro scarsamente percepita dai cittadini (e comunque altri Comuni sono cresciuti più di noi negli ultimi anni)?». Dal canto suo, l’amministrazione ha spiegato che «rispetto all’anno precedente, questa volta la seconda rata a saldo è difforme dalla prima, dal momento che l’una è stata conteggiata con le tariffe 2019 per il 49% del dovuto, mentre l’altra contiene il ricalcolo dell’importo con le nuove tariffe 2020 per il saldo. A livello percentuale l’aumento è di circa il 2,8% per le attività produttive e di circa il 6% per le famiglie».

Si è parlato anche del biodigestore. «Va aggiunto – ha sottolineato la giunta Bacci – che la mancata presenza di un biodigestore in provincia per il recupero della frazione organica, in una logica di economia circolare, causa una spesa per JesiServizi pari ad ulteriori 500 mila euro per il trasporto e lo smaltimento di 3.800 tonnellate annue in un impianto addirittura in provincia di Mantova. Qualora tale impianto venisse realizzato, come Jesi aveva proposto su richiesta della stessa assemblea d’Ambito Ata (l’organismo composto da tutti i sindaci della provincia per la gestione dei rifiuti), lo smaltimento della frazione organica avrebbe un costo praticamente dimezzato, con conseguenti positivi effetti anche sulla tassa rifiuti». Una considerazione che non convince Animali.

«Il motivo per cui l’Ata ha respinto la proposta di Jesi, piaccia o no, non è la “contrarietà al biodigestore”, ma l’aver trascurato le questioni che anche noi avevamo sollevato: veto sulla gestione pubblica, localizzazione cambiata all’ultimo momento e dimensionamento arbitrario – dice Animali -. Se non è arrivato il consenso degli altri Comuni, a mio credere, è perché non è stato cercato efficacemente».

Segue la risposta delll’amministrazione. Che dice: «Spiace che il consigliere Animali, sempre attento a trovare appigli per polemizzare contro l’amministrazione comunale, si sia dimenticato del dibattito e della successiva approvazione in Consiglio comunale del piano economico finanziario della JesiServizi nella seduta del 30 luglio scorso. Se la memoria non lo avesse tradito, infatti, avrebbe evitato di dire che la tassa rifiuti è aumentata perché sono cresciuti i costi e non per le nuove modalità di calcolo imposte agli enti locali. E magari, con quel pizzico di onestà intellettuale che non guasta mai, avrebbe anche riconosciuto al Comune il fatto che fino ad oggi è accaduto esattamente l’inverso, vale a dire che, in presenza di un naturale e costante aumento dei costi del servizio di raccolta dei rifiuti nel corso degli anni, gran parte di queste spese se le è accollate direttamente il Comune stesso, senza farle gravare sui cittadini.
Ed è proprio la diversità del metodo di calcolo imposto a tutti i Comuni dall’Autorità nazionale preposta a far venire a galla questa verità: perché, ad esempio, è stato deciso che l’Iva del servizio rifiuti – il famoso mezzo milione di euro in più – va ricompresa sui costi generali da recuperare al 100% attraverso la Tari, senza che un Comune la possa sottrarre a questa contabilità, come accadeva in passato, obbligandolo dunque a rivedere le tariffe. Cosa che è puntualmente accaduta».