Jesi-Fabriano

Roberto Mancini, a Jesi il ritorno a scuola del Ct: «Qui i miei ricordi»

Prima l'incontro con alunni e alunne della Federico II di piazzale San Savino, quindi al Campo "Pirani" del Boario il calcio d'inizio alla partita dell'iniziativa “Un calcio all’illegalità”

Da sinistra Roberto Mancini, Doriano Pela e Paolo Petrucci alla Federico II

JESI – Bandierine tricolori e Inno di Mameli, cantato in coro dagli alunni presenti nella gremita aula magna dell’istituto, hanno accolto questa mattina Roberto Mancini, il commissario tecnico jesino della Nazionale italiana di calcio, in quella che fu la sua scuola, la Federico II di piazzale San Savino.

Un incontro, quello fra il Mancio e gli studenti dell’Istituto comprensivo jesino, dal titolo “Sport: impegno e sacrificio quali uniche vie per il successo”, moderato da Paolo Petrucci, giornalista e formatore, e nel corso del quale l’attuale tecnico azzurro ha avuto modo di incontrare un suo ex compagno di scuola, Doriano Pela, autore del romanzo “01-04-’44, Italia- Germania”, ispirato a un episodio molto particolare, una partita di calcio tra nazisti e partigiani, avvenuto nelle Marche.

Il Ct azzurro Roberto Mancini ascolta l’Inno di Mameli intonato dalle alunne della Federico II

«Complimenti, ho visto che sapete tutti l’Inno. Siete già a buon punto per essere promossi- ha esordito Mancini– qui sono venuto a scuola per pochi mesi. Finite le medie, e quando mi ero appena iscritto all’Istituto tecnico per le superiori, sono partito a settembre per andare a giocare a Bologna. Ma qui ho i ricordi del quartiere dove sono cresciuto e dei giochi da ragazzino. I miei gol quando giocavo? Ho già diversi giocatori in Nazionale che sono troppo giovani per ricordarseli, non hanno neanche 20 anni e non erano ancora nati, figuratevi voi». Dopo una carrellata sullo schermo delle sue reti più spettacolari da calciatore e spezzoni di interviste sue e del suo allenatore alla Sampdoria, Vujadin Boskov, Mancini si è sottoposto alle domande di alunni e alunne.

L’aula magna della scuola Federico II

«La Nazionale più bella? Sono legato a quella che vinse i Mondiali del 1982 quando nessuno se lo aspettava, probabilmente quelle di allora con Brasile e Argentina le partite più belle. La differenza fra giocare e allenare? Giocare è divertente, vai in campo e esprimi tutta la tua fantasia, le qualità, sperimenti. Da allenatori hai più pensieri. Io ho iniziato col calcio perché abitavo attaccato al campo di San Sebastiano e vivevo tutto il giorno lì. Jesi città di campioni? Può magari essere anche un caso ma non per la scherma, che ha avuto una grande scuola».

Nel pomeriggio poi il Ct azzurro ha presenziato a “Un calcio all’illegalità” al vicino Campo “Pirani” del Boario, iniziativa promossa dall’Ufficio Servizio Sociale Minori di Ancona in collaborazione con la Scuola Calcio della Junior Jesina e la Cooperativa Vivere Verde onlus, organizzata dallo psicologo Marco Ceppi. Mancini ha dato il calcio d’inizio alla partita tra una selezione regionale di minori e la Scuola Calcio Junior Jesina, dopo aver dato le sue “indicazioni” di tecnico.

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