Jesi-Fabriano

Jesi, Asp Ambito IX: nel 2023 bilancio da 28 milioni e mezzo in un territorio che cambia

I numeri presentati a Villa Borgognoni, in una Vallesina che muta. «L’età media ha raggiunto i 46 anni, la maggior parte delle famiglie composta da due persone. La percentuale di extracomunitari, al 10,5% nel 2013, scende al 9,2%»

Da sinistra Sandro Barcaglioni, Franco Pesaresi, Gianfranca Schiavoni, Samuele Animali

JESI – Nel 2023 l’Asp Ambito 9 gestirà risorse per 28 milioni e mezzo di euro. Arriveranno per 12 milioni dallo Stato, per 6,7 dai Comuni soci, per poco più di tre dagli utenti in particolare delle quattro Case di riposo gestite a Jesi, Apiro, Cingoli, Staffolo. Il resto da Regione, Asur, bandi riferiti a specifici progetti: tutti i sei candidata da Asp, spesso da capofila in partenariato con altri Ambiti, a ricevere fondi Pnrr sono stati ammessi a finanziamento.

Voci di spesa, per 10 milioni di fondi statali il progetto di accoglienza di immigrati che è da diversi anni il terzo in Italia per numero di persone e il più ampio per Comuni e che Asp cura su gran parte del territorio provinciale, anche extra Ambito. E poi 6,5 milioni al settore disabilità, 5,5 alle case di riposo, 1,7 per minori e famiglia, 1,5 per gli anziani, 1,3 contro disagio e povertà. Il tutto per utenti che sono stati 5.716 l’anno scorso (7.371 l’anno prima, quando il dato era però “gonfiato” dalla erogazione dei contributi statali Covid delle prime fasi della pandemia), in linea con i 5.635 del 2019. Quanto al personale, 68 i dipendenti diretti dell’Asp, 676 gli addetti esterni al lavoro nei servizi.

A presentare i dati sono stati, a Villa Borgognoni, presidente e direttore dell’Asp Gianfranca Schiavoni e Franco Pesaresi, il presidente dell’Assemblea dei soci Sandro Barcaglioni, il vice sindaco e assessore ai servizi sociali del Comune di Jesi Samuele Animali.

Fra i progetti da avviare nel 2023, anche grazie ai fondi Pnrr, quelli di sostegno alla genitorialità e all’autonomia degli anziani autosufficienti (il servizio di consegna di spesa a domicilio, già attivo a Jesi, verrà avviato anche Morro d’Alba e Mergo); il rafforzamento dei servizi sociali domiciliari e della prevenzione del fenomeno del burn out fra gli operatori; i percorsi di autonomia per le persone con disabilità e l’housing temporaneo per le situazioni di povertà estrema.

E poi si punta a istituire la figura del family coach per prevenire situazioni familiari a rischio, ad un nuovo appartamento per il “dopo di noi” grazie all’eredità Conti, alle nuove graduatorie Erap per Monsano e Jesi, al potenziamento della scuola di formazione per assistenti familiari e caregiver. Inoltre l’ampliamento dell’accoglienza per ucraini in fuga dalla guerra e poi arrivare ad affidare il primo stralcio dei lavori per la ristrutturazione della Casa di riposo di Jesi: conclusa la progettazione, andrà a giorni approvata dal Comune per poi procedere con gli ulteriori passaggi burocratici prima della gara d’appalto.

E se il territorio cambia, devono di pari passo adeguarsi i servizi. «L’età media della popolazione ha raggiunto i 46 anni – spiega Schiavoni – a Jesi la maggior parte delle famiglie è composta da due persone. La percentuale di cittadini extracomunitari, che toccava il 10,5% nel 2013, scende al 9,2%. Cambiano le esigenze a cui dare risposta, cambiano i servizi con cui farlo».

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