Jesi-Fabriano

Da Jesi all’Area Vasta 3, Iom approda a Macerata, Appignano, Treia e San Severino

Due medici, quattro infermieri, supporto psicologico e presto un oss attivi in un territorio che era, fino ad oggi, privo del supporto e dalla cura a domicilio di pazienti oncologici, e dell’aiuto a loro e alle loro famiglie

Medici e personale impegnati nel servizio di Iom, con la direttrice Asur Nadia Storti e Anna e Marialuisa Quaglieri, rispettivamente presidente e direttrice di Iom

JESI -Iom approda e porta il suo prezioso e delicatissimo servizio anche nella provincia di Macerata e nel territorio dell’Area Vasta 3: due medici, quattro infermieri, supporto psicologico e presto anche un oss attivi fra Macerata, Appignano, Treia e San Severino in un territorio che era, fino ad oggi, privo del supporto e dalla cura a domicilio di pazienti oncologici, e dell’aiuto a loro e alle loro famiglie. «Il primo progetto nella regione, con Iom, è nato a Jesi 26 anni fa: io ero direttrice sanitaria dell’Asl, siamo partite insieme con Anna Quaglieri: oggi Iom è cresciuto come realtà e nella qualità dell’assistenza a malati che non sono singoli individui, perché le malattia investe l’intera famiglia e diventa sociale» dice Nadia Storti, direttrice Asur Marche, nel presentare al Murri di Jesi la novità insieme ad Anna e Marialuisa Quaglieri, rispettivamente presidente e direttrice di Iom.

Presenti anche medici e personale impegnati nel servizio di Iom.  «Dalla nascita – ricorda Anna Quaglieri – questa realtà ha speso 5 milioni e 647mila euro, grazie alla generosità del territorio. Volevamo creare un hospice, abbiamo invece creato un modello di ospedale a domicilio, nato dalla collaborazione di due donne testarde. Ora l’arrivo in Area Vasta 3 è un regalo che Jesi e la Vallesina, che mi hanno accolta, amata, stimata, mi stanno facendo». Evidenzia Marialuisa Quaglieri: «Grazie alla dottoressa Storti e all’assessore Saltamartini che ci teneva a portare Iom in Area Vasta 3. La dottoressa Silvia Marzocchini sarà responsabile per Macerata, Appignano, Treia, la dottoressa Benedetta Ferretti lo sarà per San Severino». Sono 350 l’anno i pazienti che Iom segue in Area Vasta 2, il servizio nel maceratese è partito da alcune settimane.

Ricorda il dottor Marcello Campolucci: «Fondamentale la collaborazione fra istituzioni pubbliche e volontariato. Rammentando che fra i cardini del nostro lavoro vi è anche l’assistenza con cure palliative lì dove la guarigione non è più possibile». Per il dottor Luciano Giuliodori: «Oggi le possibilità terapeutiche si sono molto evolute nell’utilizzo anche della tecnologia sul fronte delle cure palliative». Dice la dottoressa Giovanna Carbonari, dirigente medico dell’oncologia di Jesi: «Oncologia e Iom non sono strutture staccate. Vi è una zona che definisco ibrida in cui condividono il percorso. Con un servizio, da parte di Iom, di altissimo livello e che consente a malati e famiglie, anche di notte o nei fine settimana, di non essere mai soli».

«Una presa in carico del paziente a tutto tondo» dice Katiuscia Memè, coordinatore infermieristica. E per Angelo Galasso, coordinatore infermieristico per l’assistenza oncologica: «Guardare oggi al servizio al via nell’area Macerata, e alle difficoltà che deve superare e che sono le stesse affrontate da noi a Jesi 26 anni fa, mi ha fatto rendere conto del grande lavoro che abbiamo fatto negli anni».

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